ACTIONAID, POST PANDEMIA E DIRITTI DELLE DONNE: RITARDI E MANCANZE AUMENTANO LE DISEGUAGLIANZE

Quali cambiamenti occorrono per trasformare in opportunità la crisi generata dalla pandemia Covid19? Cosa fare per andare oltre un sistema economico, sociale e culturale diventato palesemente insostenibile perché continua a escludere le donne, crea profonde ineguaglianze e sfrutta voracemente le risorse naturali e i corpi senza garantire benessere per tutti/e?

Un ampio gruppo di donne femministe attive su diversi temi e di diversa provenienza storica e teorica – rappresentanti di associazioni e organizzazioni femministe e femminili, di organizzazioni della società civile e di ONG, oltre a singole esperte – coordinato da D.i.Re Donne in rete contro la violenza ha provato a rispondere a queste domande con il Position Paper Il cambiamento che vogliamo. Proposte femministe a 25 anni da Pechino, concentrandosi sulle sette aree critiche identificate come prioritarie dalle Nazioni Unite per rilanciare e attualizzare la Piattaforma d’azione di Pechino, adottata all’unanimità da tutti i paesi del mondo 25 anni fa, nella storica IV Conferenza mondiale delle donne.

ActionAid Italia ha contribuito al documento focalizzando l’attenzione sull’erogazione dei fondi statali antiviolenza e la partecipazione attiva delle donne agli spazi decisionali, in particolare per la ridefinizione di servizi pubblici sensibili al genere e alla cultura attraverso modelli di governance collaborativa. Il monitoraggio che ogni anno ActionAid effettua evidenzia come ci siano gravi ritardi nell’assegnazione e nello stanziamento delle risorse previste dalla legge 119/2013 (la cosiddetta legge sul femminicidio) che mettono in pericolo la sostenibilità dei centri antiviolenza e delle case rifugio. In particolare, sono da sottolineare i problemi connessi alla quantificazione delle risorse svincolata dall’analisi periodica dei bisogni territoriali e dei costi sostenuti dai Centri antiviolenza, e quelli relativi al ritardo cronico con cui i finanziamenti giungono a destinazione – mediamente trascorrono due anni dalla ripartizione dei fondi alla loro liquidazione –, l’assenza di trasparenza circa allocazione e liquidazione delle risorse. Scarica il rapporto Monitoraggio dei Fondi Statali Antiviolenza 2019

“Consapevoli delle difficoltà vissute dai centri antiviolenza e dalle case rifugio, fin dai primi giorni della pandemia abbiamo mappato criticità e esigenze. Per permettere alle strutture di sostenere le spese impreviste e alle operatrici di continuare a supportare le donne assistite, abbiamo creato il fondo di pronto intervento #Closed4Women. Sono stati 24 i Centri che hanno potuto acquistare dispositivi sanitari (mascherine, disinfettante, guanti), sanificare i locali, dare continuità ai servizi di supporto psicologico e legale, fornire aiuti alimentari, sostenere economicamente le donne che hanno dovuto interrompere percorsi di autonomia e di inserimento lavorativo a causa del Covid19. Abbiamo voluto quindi fornire un aiuto rapido e concreto che ha colmato un vuoto istituzionale in un momento di massima necessità. In situazioni di emergenza e di conseguente faticosa ripresa sono i diritti delle donne a essere ancora più a rischio, come dimostra anche la sostanziale invisibilità delle donne registrata nel DL Cura Italia e nel DL Rilancio” spiega Isabella Orfano, Esperta Programma Diritti delle donne ActionAid Italia.

Il cambiamento che vogliamo. Proposte femministe a 25 anni da Pechino offre alle istituzioni una serie di proposte che costituiscono una forte presa di posizione politica nutrita dall’esperienza concreta di chi da sempre lavora per il miglioramento della condizione delle donne, consapevoli che i movimenti femministi hanno saputo innescare – in Italia e ovunque – il più sensibile, ampio e condiviso cambiamento che la storia ricordi per ripensare il mondo e costruire benessere per tutte e tutti.

“Proprio come il movimento femminista, 25 anni fa, aveva ampiamente contribuito a fare della Piattaforma di Pechino un testo visionario eppure condiviso dai governi”, afferma Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, “questo Position Paper, elaborato insieme a tante donne e organizzazioni, inserisce nelle politiche post lockdown lo sguardo femminista per affrontare alla radice le disuguaglianze che viviamo”.

Al Position Paper Il cambiamento che vogliamo. Proposte femministe a 25 anni da Pechino hanno contributo esperte di numerose organizzazioni aderenti alla rete D.i.Re e di ActionAid, AIDOS, Amnesty International, Be-Free, CGIL, COSPE, Differenza Donna, Donne in Quota, Donne in nero, DonnexDiritti Onlus, Escapes, LEDHA FISH e FISH, CPO FNSI, USSI, Forum Associazione Donne Giuriste, GIUdIT, GiULia, IF, Ladynomics, LeNove, Associazione Orlando, Coop. Soc. PARSEC, SCoSSE, CPO Ordine dei medici, Associazione italiana donne medico, SNOQ Torino, USIGRai, Università di Padova e progetto AGEMI, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Bologna e progetto Alice, Rete italiana contraccezione e aborto Pro Choice, oltre ad alcune esperte indipendenti.

Il Position Paper Il cambiamento che vogliamo. Proposte femministe a 25 anni da Pechino sarà presentato ai media nella conferenza stampa organizzata in collaborazione con DireDonne e l’agenzia di stampa Dire, a Roma e in diretta streaming giovedì 9 luglio dalle 10.30 alle 12, con gli interventi di alcune delle autrici come da programma in calce.

PROGRAMMA

Saluti Antonella Veltri, presidente di D.i.Re – Donne in rete contro la violenza (in collegamento video)

Contesto e visione d’insieme del Position Paper Daniela Colombo, economista dello sviluppo, Effe Rivista femminista e D.i.Re, e Claudia Pividori, esperta di diritti umani, Centro Veneto Progetti Donna e D.i.Re

Sviluppo inclusivo, crescita condivisa e lavoro dignitoso Stefania Pizzonia, presidente di LeNove

Partecipazione, accountability e istituzioni gender-responsive Giovanna Badalassi, esperta di economia e politiche di genere, Ladynomics (video)

Diritti sessuali e riproduttivi e medicina genere-specifica Stefania Graziani, sociologa, SNOQ Torino (video)

Violenza maschile contro le donne Oria Gargano, presidente Be-Free

Tratta Maria Grazia Giammarinaro, giudice, Referente Speciale ONU sulla tratta degli esseri umani, vicepresidente GIUdIT – Associazione Giuriste d’Italia (video)

Discriminazioni multiple, migrazioni e traiettorie per asilo Marina Della Rocca, antropologa (video)

Rappresentazione delle donne, discriminazione e stereotipi di genere nei media Mimma Caligaris, giornalista sportiva e scrittrice, presidente della Commissione Pari Opportunità della FNSI – Federazione Nazionale della Stampa Italiana e vicesegretaria generale di USSI – Unione Stampa Sportiva Italiana (video)

Protezione, conservazione e rigenerazione dell’ambiente Laura Cima, attivista ecofemminista, IF – Iniziativa Femminista (video)

Modera la conferenza stampa Elena Biaggioni, avvocata penalista, referente Gruppo Avvocate D.i.Re