Lo spread è tutto italiano, a carico del contribuente italiano

Possiamo rivendicare l’aumento dello spread come italiano, è tutto nostro, perché gli altri paesi europei non ne sono stati contagiati in modo significativo.

 

“Prima gli italiani”, afferma il vice premier, Matteo Salvini, infatti, siamo i primi, e anche i soli, che si sono caricati sulle spalle il maggior debito pubblico dovuto all’aumento dello spread, perché aumenteranno gli interessi dei nuovi titoli di stato, che graveranno sul bilancio pubblico, cioè sui contribuenti italiani.

Il modo migliore per far male agli italiani è sostenere, a giorni alterni, la lira o l’euro, la Ue o l’Italia sovrana, lo sforamento del deficit al 3% o vicino al 3%, poi all’1,6% quindi al 2,4% triennale, ovvero al 2,4% annuale, o l’aumento del Pil al 3%, poi all’1,6% quindi  all’1,5 (i decimali contano, eccome).

Il “prima gli italiani”, di salviniana memoria, ha condotto gli italiani a sobbarcarsi altro debito pubblico.

L’importante è che il popolo creda che prima ci siano gli italiani.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc