La donna sempre più “multitasking” dorme meno e peggio dell’uomo

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Il sonno della donna è più fragile di quello dell’uomo, vulnerabile alle mille sollecitazioni ambientali, al richiamo della prole e divorato dalle molteplici richieste di caregiving (prendersi cura). Così “dorme” la donna, preparandosi al suo innato multitasking, con un orecchio vigile, attento ai rumori ed ai risvegli dell’ambiente domestico, un po’ come i delfini che dormono e vegliano insieme con due diverse metà del loro cervello.

 

L’insonnia si sa, è declinata al femminile ed è sorella dell’ansia e della depressione. Se una donna sana in gioventù, nella prima parte del suo ciclo riproduttivo, presenta meno rischi biologici di patologie organiche del sonno quali le apnee notturne o i disturbi del movimento sonno-relati, questo cambia in epoche particolari della vita quali la gravidanza o la menopausa.

Gli ormoni femminili infatti influenzano in maniera significativa la continuità e l’efficienza del sonno notturno, le sue capacità ristorative e di protezione nei confronti delle malattie cardio-cerebrovascolari, nonché del declino cognitivo. In gravidanza per esempio il sonno è esposto a rischi specifici quali, con l’aumento del peso, il russamento e le apnee della gestante con il possibile sviluppo di ipertensione gravidica, condizioni che espongono ad un parto pretermine ed assistito, con deleterie conseguenze sul benessere materno-fetale.

Un’altra patologia in gravidanza spesso responsabile dell’insonnia materna è quella delle “gambe senza riposo”, legata alla carenza di ferro e di altri fattori neurotrofici propri di questa fase e che tanto impatta non solo la continuità del sonno materno, ma anch’essa il benessere materno-fetale, inducendo alterazioni cardiovascolari che rappresentano altrettanti fattori di rischio nell’ambito della gestazione. E che dire poi del puerperio e delle alterazioni umorali della neomamma che un sonno inadeguato per le nuove sollecitazioni della prole non protegge e spesso consegna al maternity blues (sindrome del terzo giorno), se non alla psicosi puerperale con i noti rischi per sé e per la prole? La menopausa invece rappresenta un ulteriore periodo di vulnerabilità biologica, in cui la brusca caduta degli ormoni riproduttivi modifica la distribuzione del peso corporeo e conferisce alla donna un rischio biologico di disturbo respiratorio simile a quello dell’uomo.

Negli ultimi tempi alcuni importanti esperti italiani di malattie del sonno hanno concentrato i loro studi e ricerche proprio sulle differenti patologie del sonno in menopausa e la loro ripercussione su emotività ed umore, capacità cognitive, benessere psicofisico, rischio cardio e cerebrovascolare e, ancora una volta, di comparse e mantenimento delle “gambe senza riposo” con il rischio ipertensivo e di comorbidità psichiatrica ad esso connessi. Le diverse relazioni degli esperti sono state raccolte e revisionate in un lavoro unitario che sarà pubblicato a breve sulla nota rivista scientifica internazionale Maturitas e presentate a Roma il prossimo 6 aprile durante i lavori del Convegno Nazionale Italia Sonno 2019.

“In questa raccolta è chiaramente emerso che nella menopausa la stima della depressione associata ad insonnia cronica si attesta su valori superiori all’80%” – dichiara la Prof.ssa Rosalia Silvestri del Centro Interdipartimentale per la Medicina del Sonno di Messina , tra gli esperti chiamati ad intervenire al Convegno – “ quella dell’insonnia associata a sintomi vasomotori (vampate) al 70%, l’OSA (apnee morfeiche) intorno al 3%, con un aumento di rischio di ipertensione del 40%. La percentuale della RLS (gambe senza riposo)conclude la prof. Silvestri in menopausa si aggira tra il 15-20%, mentre il dato epidemiologico relativo a tutte le donne è inferiore al 4%!”.

Gli organizzatori di Italia Sonno 2019, la pneumologa Dott.ssa Loreta Di Michele e il neurologo Sergio Garbarino,, in questa VIII edizione, hanno voluto affrontare uno degli aspetti più universali e sottovalutati “ Il sonno: un terzo della nostra vita”. “Nonostante l’avanzamento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche della nostra società continuiamo a sottovalutare l’enorme rilevanza di un sonno di buona quantità e qualità per nostro il benessere, salute e durata della vita” – dichiara il Dott. Garbarino – “Sconfiggere questa sorta di amnesia culturale collettiva rappresenta l’obiettivo del mondo scientifico e del nostro convegno”. “ La Dott. ssa Loreta Di Michele: “ Da anni con Italia Sonno ci impegniamo con fatica a diffondere al grande pubblico informazioni scientifiche sul sonno e sull’importanza fondamentale che ricopre nella nostra vita; disturbi del sonno di genere e parasonnie sono solo alcuni dei temi che affronteremo con i massimi esperti chiamati ad intervenire. Ci auguriamo che anche questa volta i media ci aiutino nella nostra missione!”