RILANCIARE I CORPI INTERMEDI PER FAR RIPARTIRE L’ITALIA

Uno sguardo rivolto al futuro l’intervento tenuto al Meeting della presidente del Senato…

Gli auspici espressi da Oliver Roy e Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa, secondo i quali per uscire dalla crisi oggi è necessario investire sulla famiglia e sull’educazione dei giovani (ne abbiamo scritto ieri: https://www.imgpress.it/culture/meeting-di-rimini-conoscersi-per-capirsi-capirsi-per-condividere/), si può dire abbiano fatto eco alle parole pronunciate dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in apertura del Meeting di Rimini.

Sin dalle prime battute del suo discorso la presidente del Senato ha chiarito che «la speranza dell’Italia passa dal rilancio deicorpi intermedi e la famiglia, in tal senso, è il primo fondamentale corpo intermedio che la politica deve riconoscere e sostenere». Sostenere la possibilità che i cittadini possano affidarsi a soggetti in grado di fare da intermediari tra loro e i centri decisionali è importante anche per un altro non secondario aspetto, considerato che «ciascuna persona – ha proseguito la Casellati – è destinata a calarsi in una formazione sociale che lo educhi all’ascolto, al confronto e alla partecipazione attiva alla vita democratica. Formazioni sociali che oggi, purtroppo, sono attraversate da evidenti segnali di crisi: a maggior ragione, dunque, è importante rilanciarle». Dalla necessità di identificare, con rinnovato interesse, luoghi dove si genera un soggetto maturo e responsabile dipende la stessa pace sociale, in quanto i corpi intermedi, se mantengono la loro idealità, sono luoghi educativi oltre che espressivi della persona. Da qui le proposte, su vari temi, avanzate dalla presidente del Senato: anzitutto «la scuola: deve essere un luogo di libero sapere, di libero insegnamento e di libero apprendimento». Poi «settore pubblico e settore privato non vanno contrapposti devono essere messi nelle condizioni di concorrere allo stesso fine attraverso la libertà d’impresa e del lavoro». La convinzione della Casellati sulla necessità di valorizzare il “terzo settore” si è definitivamente chiarita nel momento in cui ha dichiarato che «il pubblico e il privato profit non sono sufficienti per affrontare le sfide in continuo divenire delle nostre società. In tal senso occorre attuare davvero la legge di riforma del terzo settore e assegnare ad esso risorse adeguate per una sua autonoma attività». La Casellati ha concluso il suo intervento annunciando che si impegnerà a istituire un premio per le esperienze innovative nel settore del no profit.

L’intervento della presidente del Senato, com’era prevedibile che fosse, si è innestato nel quadro politico dei nostri giorni, sulla complessità e criticità che lo caratterizzano. Un quadro generato da scelte politiche, economiche, culturali e sociali non sempre ottimali e condivisibili e rispetto alle quali è giunto il momento di prendere una posizione chiara e decisiva con l’obiettivo di affrontarle lontani da ideologie di sorta. Nel nostro paese è evidente l’impoverimento personale e collettivo cui ci tocca assistere e rispetto al quale una inversione di rotta può avvenire solo puntando sulla ricostruzione di un soggetto capace di usare fino in fondo la propria umanità nel riconoscimento che nessuno è in grado di costruire il bene da solo. E’ chiaro che un soggetto nuovo non si ricostruisce da solo e in modo avulso rispetto al contesto in cui si trova immerso, pertanto non si possono non accogliere con fiducia le parole della Casellati sulla promozione e difesa dei corpi intermedi. Sperando che stavolta dalle parole si riesca a passare presto ai fatti. L’Italia non può più attendere!

Nicola Currò