CORONAVIRUS, CRESCE IL DISAPPUNTO NEL MONDO DEL CATERING

Cresce la rabbia all’interno del mondo di catering e banqueting contro le ipotesi sempre più consistenti di un imminente stop a matrimoni ed eventi privati. “Il governo deve sapere che se proseguirà sulla strada tracciata, si assumerà la responsabilità di decretare la morte di 2mila imprese e la creazione di 100mila nuovi disoccupati. Perché è evidente che se ci fosse un secondo lockdown, il settore non sarà più in grado di riprendersi. Siamo di fronte a prospettive drammatiche”.

Questo il disperato commento di Paolo Capurro, Presidente di ANBC, Associazione Nazionale Banqueting e Catering.

Siamo disposti a comunicare alla Questura o a qualsiasi organo competente – continua Capurro – tutti gli eventi affinché la autorità possano controllare il nostro lavoro e sanzionare eventuali mancanze o irregolarità. Ma non si può impedire di lavorare a chi fa con serietà e coscienza il proprio mestiereAnche a noi sta molto a cuore la salute di tutti e siamo imprenditori responsabili, per questo invitiamo il governo a rafforzare i controlli, a ridurre il numero di partecipanti alle feste di matrimonio, ma a lasciarci lavorare con eventi nei quali non ci siano momenti di aggregazione incontrollata”.

Sul tema è intervenuto anche Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi: “L’Associazione degli imprenditori del Banqueting e del Catering sta dimostrando grande senso di responsabilità, come del resto quella dei ristoratori e dei baristi: l’obiettivo di tutti, in primis del governo, deve essere quello di costruire le condizioni perché gli imprenditori seri possano lavorare garantendo la salute a tutti, non quello di impedire il lavoro! In alternativa il governo deve intervenire immediatamente con fondi di sostegno a un’imprenditoria onesta e a tutti i lavoratori del settore e alle loro famiglie”.

Se queste scelte scellerate non saranno cambiate – conclude Capurro – che almeno non si perda neppure un giorno per intervenire con provvedimenti di sostegno economico a un settore che, senza colpe, è stato condannato a morte”.