MESSINA AL VOTO: NON E’ TUTTA COLPA DI CATENO DE LUCA. ANCHE CICCIO D’UVA CI METTE DEL SUO

Messina – Ci sono delle circostanze – sfortunate – in cui si dà il peggio di sé. Può capitare. Si tratta del periodo della campagna elettorale. Si promette ma non si mantiene; si stringono le mani anche a quelli che non si dovrebbe; si cementificano amicizie sotto forma di scambi di favore; si fanno regali e si elargiscono soldi: niente di nuovo sotto il sole!

Tutti ma proprio tutti (stampa in testa) si ricordano dell’etica, della decenza e quando qualche amico di bottega viene pizzicato, con le braghe calate, di solito consigliano di cospargersi il capo di cenere. Di segnalarlo, se accade ad altri.

La città tanto è narcotizzata, drogata, disinformata!

Il 12 giugno prossimo si andrà alle urne per scegliere il sindaco. C’è forse qualcuno che è curioso di scoprire come la pensano i cittadini? Come si muovono, che cosa intendono dire e fare? I candidati ospiti delle televisioni locali hanno dato il meglio di sé, quando si sono presentati per quel che realmente (probabilmente) sono: piccoli imprenditori operosi, cittadini orgogliosi di sé che si sentono schiacciati fra i grandi potentati economici e la burocrazia centrale. Lo sanno pure le capre che i santoni del consenso consigliano – per fare presa – di parlare alla pancia degli elettori. Però mai che un conduttore chieda: è vero che gli imprenditori di Messina dichiarano di guadagnare – mediamente – meno dei loro dipendenti? Si. No. Forse.

Ma il peggio arriva quando qualcuno si alza in piedi per rivendicare: gli euro che paghiamo per le tasse sono sperperati dal Governo. Perché mai dovremmo essere dei contribuenti impeccabili? Chi ce lo fa fare? Che dire? Come potrebbero poi permettersi le auto fiammanti o le vacanze sulla neve. Come mantenere moglie, figli e amanti? 

C’è sempre un motivo per non pagare le tasse. E così durante la campagna elettorale si tuona e si spara (a salve). Le baracche? Son sempre utili specie se si hanno degli immobili sul groppone da piazzare; il sogno della casa fa presa, aiuta, procura molti consensi. E non è un vizio democristiano… Sulle baracche del 1908 hanno costruito la loro fortuna sinistra e destra. In ogni tempo e in ogni luogo.

Perché in ogni tempo e in ogni luogo chi governa Paese, Regione, Comune spende troppo e male. E così che qualcuno meno fesso, pensa: Chissà dove vanno a finire i soldi della comunità. Ma chi me lo fa fare (di votare)? Chi ha davvero scelto come candidato sindaco Basile, Croce e De Domenico? Non ci assicuravano che la democrazia era figlia delle primarie? Che i nomi calati dall’alto rappresentavano un cattivo comportamento verso gli elettori? Dove sono i grillini dello Stretto? Dove si nasconde l’onorevole Ciccio D’Uva? Non fu lui a essere il più votato – da queste parti? Abbiamo capito signori della politica: così vi sentite più forti e più legittimati al momento di esigere che il benedetto (maledetto) elettore medio si comporti meglio. Ma poi non dite che è colpa solo di Cateno De Luca.

Messinesi sveglia: ci vuole una strategia per tutto, anche per giocare a briscola. Figuriamoci se possiamo negare una strategia alla politica!