Salvini show: un mondo che comincia a non appartenere all’irriverente

Le immagini delle ragazze che sculettavano al ritmo di Fratelli d’Italia ci evoca quella di un frustrato medio destrorso e con le idee un po’ confuse (non perché destrorso, ovviamente) che, abituato a masturbarsi con immagini da Internet e il sottofondo di inni del genere, finalmente ha fatto coming-out… non della propria omosessualità ma della propria innocente perversione. Lo comprendiamo. La condivisione del proprio intimo che si nasconde praticamente a se stessi perché convinti sia di pubblico disprezzo, è un atto liberatorio. Siamo contenti per il “coming-outista”.

 

E per noi, ché avere in circolazione libero un “coming-outista” del genere è molto meglio che averlo mentre ci guarda aquattato e pensa, per vendicare la propria solitudine di cui è convinto sia colpevole il mondo intero, di andare a fare una qualche strage-rivalsa modello America trumpiana (quella delle armi a go-go nei supermercati).
Nel contesto adriatico c’erano molti ministri che – a differenza di quanti mediaticamente hanno voluto deplorare contrapponendo loro un Aldo Moro di metà del secolo scorso in gessato sulla spiaggia con nella mano una bimba che sembrava vergognarsi di esserci – hanno condiviso.
Per le ragazze, bontà loro, abbiamo avuto l’impressione “pupa del capo”, che ben ritroviamo nei tanti filmati di genere ladino che narrano usi e costumi degli idoli del narcotraffico.
Per quelli dei selfie, sempre bontà loro, ci sembrava un qualche film di Verdone o di Alberto Sordi con gli umili/ultimi in giuggiole per essere accanto al capo. Nessuna novità: non era molto diverso con Silvio Berlusconi, anche se lì la “qualità” era meno casereccia e non aveva come sottofondo un qualche ballata romagnola con rutto di lambrusco e cipolla ma, quando volevano fare i poveri, uno spumantino italiano da una cinquantina di euro a bottiglia.
E il ritmo dei culetti e delle tette delle “pupe del capo” si è alternato con gli abituali proclami del nostro ministro dell’Interno, inclusi quelli che condannano a morire i naufraghi del Mediterraneo.

Tra i proclami uno dei motivi conduttori del nostro ministro vice-premier “non ti piace? Fatti eleggere”… e giù consensi e consensi come ci dicono alcune ricerche demoscopiche. Che, non ce ne voglia il nostro ministro (non crediamo che lui “sia” fascista, sarebbe a-storico) ci ricorda il popolo italico vociante e consenziente ai vari gerarchi durante il trentennio fascista del secolo scorso, salvo fare il contrario il giorno dopo della tragica sospensione a testa in giù di piazzale Loreto.
La domanda (irriverente?) ci è lecita: ci appartiene questo mondo? E soprattutto, le nostre figliole e i nostri figlioli, incluse quelle che fanno le “pupe del capo” e quelli che per rubare una collanina in discoteca ammazzano un po’ di persone, meritano questo? In genere vige il rapporto causa-effetto… ma abbiamo il sentore che anche questo sia sfuggito di mano e che ci si trovi a festeggiare su un iceberg in Artico (quelli che si stanno sciogliendo).

La nostra preoccupazione, proprio per l’ultimo esempio che abbiamo fatto, è di non ritrovarci come i tanti che scrivono e scrivono del riscaldamento terrestre e, pur avendo responsabilità esecutive, sono soddisfatti di scriverne… punto e basta (…. per dare un colpo alla botte e un altro al cerchio: di questi ultimi la sinistra – italiana e non solo – ne è strapiena).

Vincenzo Donvito, presidente Aduc