Povero Turismo nelle mani della Santanchè

I miei maestri mi hanno insegnato che quando si sbaglia è doveroso chiedere scusa ai lettori. E anche se non lavoro più in un giornale ma passo il tempo su Facebook ritengo sia giusto chiedere scusa per un mio post di un paio di giorni fa e che pubblico nuovamente qui sotto. Ero certo che Giorgia Meloni non nominasse un ministro del Turismo.

I fatti mi hanno smentito. Oggi, quando la neo presidente del Consiglio ha annunciato la lista dei ministri, all’ultimo ha fatto il nome di Daniela Garnero (e chissà perché anche Santanchè, cognome ereditato da un noto chirurgo plastico, al quale però è seguito un altro marito) per il dicastero del Turismo.

Ed eccomi qui, quindi a chiedere perdono per l’errore.
Anche se, a mio avviso, pensandoci bene, un errore non è. Mentre, sempre a mio avviso, è un errore della Meloni. Ripeto quello che penso del Turismo, un settore vitale per il nostro Paese che vergognosamente è sempre ritenuto non così importante per la politica. Continuiamo a raccontarci le bellezze dell’Italia, le nostre coste, le nostre isole, le nostre montagne, la grandezza della nostra cultura, lo spettacolo delle opere d’arte che nessuna nazione possiede, la tradizione e l’importanza della cucina, decisamente, la migliore al mondo. Ma poi tutto è abbandonato al caso o giù di lì.
Quello che un governo dovrebbe fare è convogliare tutte le iniziative lasciate quasi sempre ai singoli e creare la grande industria del turismo italiano. Un’azienda che dovrebbe pesare molto di più nel nostro Pil e creare un volano per l’occupazione.
Ma vedo che non è così. Durante questi agitati giorni che sono serviti per la composizione del governo, nessuno ha parlato di questo ministero. Un gravissimo errore, a mio avviso.
Il fatto diventa ancora più grave quando si scopre che questa potenziale fonte di ricchezza viene affidata a una come Daniela Garnero e pure Santanchè. Donna che sicuramente avrà delle doti, anche se nessuno le ha ancora scoperte, ma tutto è meno che un manager in grado di gestire un colosso, per numeri e importanza, come il Turismo.
Scrivo queste cose certo che non verrò smentito nei prossimi mesi dai fatti. Ma aggiungo pure che mi stupisce una cosa, in politica importante: c’è un palese conflitto di interessi perché la ministra, che sta per giurare al Quirinale, è proprietaria, in società con Briatore, di un noto stabilimento balneare in Versilia. Cosa che di per sé potrebbe apparire irrilevante, ma che può diventare pesante come un macigno quando si riaprirà il problema delle concessioni e degli appalti, argomento che fa piangere gli imprenditori del settore, che dimenticano in fretta i prezzi assurdi per sdraio e ombrelloni, ma che trovano ingiuste le tasse che dovranno pagare.
Nicola Forcignanò