Di Maio porta gli italiani nel burrone

“Tra l’OCSE e gli italiani, io ascolto prima di tutto gli italiani”. Così, la dichiarazione del vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio.

 

E’ una frase che scopre un gioco fin troppo facile: mettere in contrapposizione gli italiani con l’OCSE. Era già successo con altre istituzioni, di volta in volta individuate come nemici degli italiani.

E’ semplicemente ridicolo e irresponsabile.

 

L’OCSE è l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nata nel 1948 e composta da 35 Paesi, tra i quali l’Italia, che promuove obiettivi di integrazione, cooperazione economica e finanziaria e redige rapporti economici, dai quali risulta che, per il 2019, il PIL, cioè la ricchezza prodotta, dall’area euro, sarà del +1%; per il nostro Paese, invece, si prevede un -0,2%, con un aumento del deficit del 2,5%.

 

L’Italia, tra il gruppo dei 20 maggiori Paesi industrializzati, il G20,  sarà in recessione, in compagnia di Turchia e Argentina, mentre gli altri Paesi avranno un PIL positivo.

 

Il ministro Di Maio, rivolto all’Ocse, dichiara “l’austerity se la facciano a casa loro”, ma è prontamente smentito dal collega, e ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che replica: “l’Ocse non parla di austerity”.

“No alle intromissioni”, afferma il ministro Di Maio, ma dell’OCSE fa parte anche l’Italia, quindi è l’Italia che si intromette nell’Italia!

 

Sono gli investimenti e il lavoro che rimuovono povertà e disuguaglianze ed è compito del ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, cioè del Di Maio, promuovere attività in tal senso. Il vicepremier e ministro Di Maio ha a disposizione 118 miliardi di euro, immediatamente spendibili come ricorda il ministro Tria.

 

Occorrerebbe lavorare, questo sì, giorno e notte, per investire questa massa considerevole di denaro a disposizione, ma Di Maio preferisce i comizi, le conferenze, le campagne elettorali, gli show televisivi e le dichiarazioni eclatanti ma prive di senso.

 

E’ la via del burrone verso il quale Di Maio sta conducendo gli italiani.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc