PAPA BERGOGLIO AI FARMACISTI OSPEDALIERI: SIETE I PROFESSIONISTI DEL SERVIZIO NASCOSTO

“Possiamo vedere due aspetti significativi del lavoro del farmacista ospedaliero: la routine quotidiana e il servizio nascosto. Sono aspetti comuni a molti altri lavori, che richiedono pazienza, costanza e precisione, e che non hanno la gratificazione dell’apparire, hanno poca visibilità. La routine quotidiana e il servizio nascosto non hanno visibilità, poca, diciamo così, poca visibilità. Proprio per questo, se sono accompagnati dalla preghiera e dall’amore, essi generano la ‘santità del quotidiano’. Perché senza preghiera e senza amore – voi lo sapete bene – questa routine diventa arida. Ma con amore, fatta con amore e con preghiera ti porta alla santità “della porta accanto”: santi anonimi che sono dappertutto perché fanno bene quello che devono fare”: sono le parole con cui Papa Francesco ha accolto oggi presso la Sala Clementina del Vaticano, una delegazione della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie-SIFO, chesi trova a Roma per il suo XLII Congresso Nazionale (14-17 ottobre).

 

Tre sono le strade sulle quali il Papa ha invitato i farmacisti ospedalieri a proseguire il loro impegno. La prima è quella della preziosità del servizio nascosto che prende spunto dalle azioni dell’albergatore nella parabola del Buon samaritano, a cui viene chiesto di accogliere l’uomo ferito e di prendersene cura fino al ritorno del samaritano stesso. “La seconda strada – ha proseguito Papa Francesco – riguarda la dimensione specifica del farmacista ospedaliero, ovvero la sua professionalità, la sua specializzazione post-laurea. Insieme con il clinico, è il farmacista ospedaliero che ricerca, sperimenta, propone percorsi nuovi; sempre nel contatto immediato con il paziente. Si tratta della capacità di comprendere la malattia e il malato, di personalizzare le medicine e i dosaggi, confrontandosi talvolta con le situazioni cliniche più complesse”. La terza strada indicata dal Santo Padre “interessa la dimensione etica della professione, sotto due aspetti: quello personale e quello sociale”. In queste dimensioni, ha proseguito il Papa, occorre una costante vigilanza, perché il fine sia sempre la vita del paziente nella sua integralità, “perché voi siete sempre al servizio della vita umana”. Dal punto di vista sociale invece occorre ricordare sempre che “i criteri gestionali e finanziari non sono l’unico elemento da prendere in considerazione. La cultura dello scarto non deve intaccare la vostra professione. La gestione delle risorse e l’attenzione a non sprecare quanto affidato alle mani di ogni singolo farmacista assumono un significato non solo economico ma etico, anzi, direi umano, molto umano. Pensiamo all’attenzione ai dettagli, all’acquisto e alla conservazione dei prodotti, all’uso corretto e alla destinazione verso chi ne abbia necessità e urgenza”.

“Siamo commossi per l’incontro con Papa Francesco e per ciò che ci ha detto”, hanno commentato Arturo Cavaliere, presidente SIFO, e Fausto Bartolini, presidente del XLII Congresso, perché con poche semplici parole ha saputo identificare i valori chiave della nostra professione, lanciandola verso le sue responsabilità future. Sapremo già da subito, dal nostro programma congressuale, farne tesoro sia in termini etici, che in termini di impegno professionale quotidiano”.

Al termine dell’udienza con Papa Francesco, il Direttivo SIFO è stato ricevuto anche dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, che ha voluto sottolineare l’importanza del “prendersi cura”, che è il valore di riferimento della società scientifica dei farmacisti ospedalieri.