NESSUNO VUOLE LA PACE, EMERGE UNA STRATEGIA GURRAFONDAIA

Da quello che stiamo leggendo e ascoltando sembra che nessuno voglia la pace, tranne il Santo Padre, papa Francesco. Tutti prevedono una guerra lunga. Una guerra che ha portato e continuerà a portare povertà e morte in Ucraina, in Russia, in Europa. Non si vedono vie di uscite, sembra di essere tornati ai tempi bui del Primo conflitto mondiale, dove nessuno voleva la pace, solo Benedetto XV, il papa dell’inutile strage e l’imperatore Carlo I d’Austria, che ha fatto di tutto per arrivare alla pace.

Due mesi di guerra, due mesi di dibattiti, tutti di colpo diventati esperti di strategie di guerra, così come prima tutti erano diventati virologi, o esperti di virus. Si parla con estrema facilità di bombe, missili, armamenti ultra moderni e soprattutto si disserta sulle micidiali armi nucleari. Si continua a parlare come se niente fosse, di scontri tra potenze nucleari. Che cosa significa io ho le bombe atomiche, se servono le uso. Mi pare non si sottolinei abbastanza che se una potenza nucleare possa annichilire le altre, nello stesso tempo può essere annichilita essa stessa. Stiamo giocando col fuoco e mi riferisco soprattutto ai politici, a certi capi di governo.

A volte sembra di sentire risuonare il grido dell’Antico Testamento, “Muoia Sansone con tutti i filistei…”. Certamente per i credenti appare sempre più come una guerra alimentata e coltivata dalle potenze delle tenebre, dal diavolo, che ormai regna incontrastato nel nostro mondo troppo corrotto. Ogni mattina padre Livio dalla sua Radio Maria ci esorta alla conversione e certamente la prima cosa da fare è affidarsi alla Madonna, solo Lei ci potrà salvare attraverso il digiuno e la preghiera. Vorrei sottolineare, soprattutto a chi non crede, che non

sono frasi di circostanza. Purtroppo il nostro mondo che ha abbandonato da tempo Dio e la fede, ormai è immerso in un materialismo totalitario e paganeggiante e non riesce più a guardare al soprannaturale, lo abbiamo visto con la pandemia e ora con la guerra.

E’ stato sottolineato più volte, non cancelliamo la realtà: c’è un aggressore e c’è un aggredito. Nessuno intende negare questa triste e tragica realtà. E’ probabile che sia giusto difendersi, anche se bisognerebbe calcolare i benefici di questa difesa. A quale prezzo, scelgo di resistere. Tuttavia quello che non comprendo sono le autorità politiche europee, in testa gli Usa di Biden, che non sanno parlare che solo di armi, di odio, e di attacchi. “E pretendono con questo di ristabilire la pace. Non è questa la strada, e non è questo quello che ci è chiesto come cristiani. L’imperativo di Gesù è “non uccidere”: la passione, morte e resurrezione lo dimostra: questa è la via per vincere la morte”. (Rosalina Ravasio, È folle pretendere la pace attraverso la guerra, 19.4.22 lanuovabq.it). In questa lettera ai politici la suora della comunità Shalom ricorda, dopo, “l’increscioso invito agli italiani a scegliere tra condizionatori o pace”, desidero ricordare al dottor Draghi che sono molti gli italiani che il condizionatore nemmeno se lo possono permettere. Nemmeno noi alla Comunità Shalom abbiamo il condizionatore in estate, e nemmeno il riscaldamento l’inverno. Forse, nella sua mente, ha pensato solo a quelli come lui, del Suo stesso ceto sociale… Certamente non alla maggioranza della popolazione italiana, che di sacrifici ne sta già facendo anche di più grandi, e con questa guerra rischia di impoverirsi ulteriormente!”.

Come si fa a comparare un valore così alto come la pace con un accessorio (superfluo) quale un condizionatore? Ma di affermazioni strane ne stiamo sentendo molte in questo periodo, non solo da Draghi. Si pensi, ad esempio, all’affermazione dei giorni scorsi del presidente ucraino Zelensky: “Chi non ci dà armi è responsabile dei morti…”. Ma siamo alla follia della politica”.

Sostanzialmente ci si affida solo alle armi e i nostri politici che mandano armi, non fanno altro che soffiare sul fuoco. A questo proposito sono rimasto deluso dell’allineamento di Fratelli d’Italia al governo Draghi di mandare armi al governo ucraino. Probabilmente per chi milita nelle forze di destra, è difficile accettare la posizione del disarmo unilaterale. Quando ci sono di mezzo i nazionalismi, scatta una scintilla misteriosa. Si tratta di un timido ritorno al D’Annunzio guerrafondaio del Primo conflitto mondiale?

Ma che libertà è quella appoggiata sulle armi? C’è in questo modo di ragionare qualcosa di macabro, che richiama i rituali sacrificali degli Atzechi descritti da L. P. Berger nel libro “Le piramidi del sacrificio”, per i quali il sacrificio umano e il versamento di sangue era il doveroso tributo da offrire alla divinità per ottenere in cambio pace, vita e prosperità. Stiamo forse riabilitando la filosofia politica di Pol Pot, con la sua tragica visione dell’umano? Ricordo quanto pensava Pol Pot della vita di ogni essere umano del suo popolo: “A conservarlo nessun guadagno, a eliminarlo nessuna perdita”.

Suor Rosalina ha la sensazione che è anche la mia, che questa classe dirigente nazionale ed europea, non sia all’altezza del compito che li attende. La preoccupazione generale è la seguente: saranno in grado di tutelare la nostra libertà dalla spirale della violenza? La Ravasio continua a porre domande: “Cari pseudo potenti della terra: la guerra, con tutti i suoi risvolti, non è forse un grande omicidio scientificamente organizzato a tavolino? Altro che “condizionatori d’aria o pace”. Questa infelice espressione, in questo momento, sembra un attacco alla salute mentale delle persone! Magari bastasse spegnere i condizionatori per avere la pace…!”

La suora percepisce una certa sensazione che attribuisce a chi occupa posizioni di potere (politico, giudiziario… economico…), compresa la decisione su chi debba vivere o morire. “Oggi, purtroppo, sono molti coloro che fanno il tifo per la morte: vedi aborto, eutanasia, morte dolce… L’euforia della guerra sembra aver rimescolato le priorità di questa friabile politica”.

Bravo Papa Francesco che non ti sei lasciato intimorire – né intimidire – da questi uomini (apparentemente di pace) unicamente concentrati, invece, a privatizzare e “monopolizzare” il diritto alla verità unica decidendo chi e cosa sia buono o cattivo. Caro Papa Francesco, per fortuna siamo ancora liberi, come popolo e cristiani, di rifarci alla “Signoria” non violenta di Cristo, che ci dice di perdonare “Non fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette” (Mt 18, 22).

 DOMENICO BONVEGNA

domenico_bonvegna@libero.it