Minima mente blu. Giulia Messina: andare o restare, ma le sfumature e le corde sottese sono infinite

Sabato 27 agosto per il Cortile Teatro Festival di Messina (Area Iris, ore 21,30) andrà in scena “Minima mente blu” – “QA-Quasianonimaproduzioni” – scritto e diretto da Auretta Sterrantino e interpretato da Giulia Messina. La  Sterrantino spiega così la messinscena nelle sue note di scrittura e di regia: Tutto prende le mosse da uno spettacolo realizzato nel 2016 e dedicato a uno studio sul pittore Kandinskij e il musicista Schönberg. Dello spettacolo e di tanto altro ne abbiamo parlato con la protagonista, Giulia Messina.

Giulia, “Minima mente blu”, ha come sottotitolo “Accordi sintetici per una nudità d’essenza”. Una suggestione che spalanca una voragine… Le giro la provocazione di Auretta Sterrantino che trovo intrigante: Restare attaccati al passato o sfrondare tutto da ogni falsità e giungere alla pura essenza, alla nudità, intesa come ruvidità, assenza di fingimenti o filtri digitali con cui oggi modelliamo avatar che tanto poco ci somigliano?

Conosco Auretta Sterrantino, regista e drammaturga di “Minima mente blu”, da qualche anno ormai, eppure il confronto con i suoi testi si rivela una sorpresa sempre nuova. Tra le pagine trovo limiti e dubbi da osservare, sciogliere, superare, a volte anche accettare. Qui le strade sono due, andare o restare, ma le sfumature e le corde sottese sono infinite. Ci sono tempi e spazi per scegliere verso dove tendere, e credo che la provocazione della Sterrantino sia in realtà un invito a porsi davanti a questo bivio, citando il testo “nudi e interi, nei pieni e nei vuoti”.

Che cosa l’ha attirata verso una storia, almeno in parte, micidiale?

“Minima mente blu” è uno studio, in forma di monologo, che prende spunto da “Nudità”, spettacolo del 2016 di Auretta Sterrantino, ponendo l’attenzione e sviscerando il personaggio di Sibilla. Ho apprezzato molto il testo e la messinscena  di “Nudità” della Sterrantino, e nel momento in cui mi ha proposto questo progetto con grande piacere ho sposato l’idea.

Dando una rapida lettura al curriculum vitae siamo rimasti impressionati: Giulia Messina, siracusana classe ’97, ha studiato presso l’ADDA, Accademia del Dramma Antico di Siracusa (Fondazione INDA) con insegnanti, registi, coreografi e attori come Antonio Zanoletti, Micha Van Hoecke, Carlo Boso, Marco Podda, Emiliano Bronzino, Claudio Collovà, Manuela Mandracchia, Massimo Di Michele, Pierpaolo Sepe, Fausto Russo Alesi, Alessio Pizzech, Roberto Rustioni, Massimo Cimaglia, Andrea Battistini, Flavia Giovannelli, Simonetta Cartia, Elena Polic Greco, Giusi Norcia, Auretta Sterrantino, Dario La Ferla, Alessandra Fazzino, Paola Maffioletti. Ha conseguito il diploma come attrice di prosa  interpretando Lisistrata nell’omonima commedia di Aristofane, diretta da Massimo Di Michele, saggio replicato in tournèe in diverse piazze d’Italia… Che altro aggiungere?

Non saprei. Spero di poter aggiungere ancora tanto in futuro.

Che cosa le piace della recitazione?

Lo studio, la fatica, il sudore, la cura. Precisione ed energia. Chiarezza dei segni, ascolto.

Quando Giulia s’incazza in che personaggio si trasforma?

Chi mi conosce bene saprebbe certamente dare una risposta convincente, ma credo che Mirtilla Malcontenta mi si addica.

La libertà è un concetto molto complesso: la sua idea di libertà in cosa consiste?

Nel mio piccolo credo che il rispetto, verso se stessi e chi ci sta intorno, e l’apertura all’ascolto e al confronto siano non solo strumenti di arricchimento, ma soprattutto principi in grado di dare vita a profonde forme di libertà.

La vita quotidiana è un teatro e se sì, che genere di prosa?

A volte è una commedia, spesso una tragedia, non ha filtri e non esiste sipario. Questo forse è l’aspetto più spaventoso.

Una lezione di vita?

Indispensabile.

Quale tipo di disagio è figlio dei nostri giorni?

Il sovraccarico di stimoli che non stimola.

Sogni nel cassetto?

Tanti.

Siamo alla vigilia di due importanti appuntamenti elettorali per rinnovare Parlamento e Assemblea siciliana: ci pare che la politica abbia (ancora una volta) dimenticato l’arte, gli artisti, il mondo della cultura. Perché pochi investono su di voi?

Ci stiamo dimenticando dei veri stimoli che alimentano la vita, cibo per la mente e per lo spirito.

Perché secondo lei la fiducia tra elettori e capi di partito si inceppa? Consigli ai candidati?

Non credo di possedere gli strumenti necessari per poter esprimere un’opinione a riguardo.

Chiudiamo da dove abbiamo iniziato: perché andare a vedere “Minima mente blu”?

Perché non siamo soli davanti a quel bivio, perché la nudità interiore può spaventare ma si può esplorare.