AL VIA LA SETTIMANA MONDIALE DEL CERVELLO 2014

Si celebra da oggi fino a domenica 16 marzo la Settimana Mondiale del Cervello, la campagna di informazione promossa dalla Società italiana di Neurologia (SIN), nata con l’obiettivo di diffondere la conoscenza del nostro organo più complesso.

“Aumentare la conoscenza sulle patologie neurologiche – afferma il Prof. Quattrone, Presidente SIN – è l’imperativo della Settimana Mondiale del Cervello che quest’anno ha come tema ‘Il Cervello e la Memoria’. Oggi, sappiamo che i disturbi della memoria rappresentano un sintomo sempre più comune che colpisce circa il 7% della popolazione generale con più di 65 anni fino a raggiungere il 30% dei soggetti con età superiore a 80 anni. Purtroppo però i disturbi della memoria – conclude il Presidente SIN – non sono caratteristici solo della malattia di Alzheimer ma possono essere presenti in molte malattie neurologiche e, pertanto, devono essere ricercati e correttamente diagnosticati.”

In occasione dell’edizione 2014, la Società Italiana di Neurologia prevede, in tutta Italia, l’organizzazione di incontri divulgativi, convegni scientifici, attività nelle scuole elementari e medie oltre a visite guidate dei reparti e dei laboratori ospedalieri. Per quest’anno la SIN ha pensato di avvalersi anche di uno strumento divulgativo, un video, che illustri in maniera divulgativa e comprensibile la neurologia, il cervello e le patologie più diffuse.
Il dettaglio delle iniziative italiane della Settimana Mondiale del Cervello sono consultabili on line su www.neuro.it.

A livello mondiale la Settimana del Cervello è frutto di un enorme coordinamento internazionale cui prendono parte le società neuroscientifiche di tutto il mondo. Basti pensare che fino ad oggi hanno preso parte alla BAW oltre 2600 soggetti tra enti, associazioni di malati, agenzie governative, gruppi di servizio ed organizzazioni professionali in 82 Paesi.

Qui di seguito i disturbi della memoria nelle patologie neurologiche affrontati dagli esperti in occasione della Settimana Mondiale del Cervello 2014

Malattia di Alzheimer e demenza senile sono quelle patologie che comportano alterazioni progressive della memoria, del pensiero e del comportamento e, inoltre, impediscono ai soggetti che ne sono affetti (solo in Italia 1 milione e 200mila) di svolgere le normali attività quotidiane della vita. Ma si stima che la prevalenza delle forme presenili di demenza sia di circa 250 casi ogni 100.000 abitanti nella fascia di età 30-65 anni.
Anche la malattia di Alzheimer può esordire sia in età presenile che senile e i relativi fattori di rischio, che possono essere modificabili (obesità, fumo e alcol) ed immodificabili (forme ereditarie), agiscono spesso sinergicamente. Dato curioso l’importanza del regolare esercizio fisico, che se praticato fin dall’età giovanile, agisce da fattore protettivo.

“Studi recenti hanno dimostrato l’esistenza di disturbi cognitivi, inclusi quelli della memoria, anche in pazienti con Parkinson e Parkinsonismi – commenta il Prof. Quattrone – come la Demenza a corpi di Lewy. Nel Parkinson, quasi il 30-40% dei pazienti lamenta, infatti, disturbi di memoria, scarsa capacità di attenzione e di concentrazione, difficoltà nella capacità di organizzare le azioni della vita quotidiana. A questi disturbi si aggiungono, nella Demenza a corpi di Lewy, la forma di demenza più diffusa dopo l’Alzheimer (10-15% di tutte le demenza), le allucinazioni visive, a volte spaventose e inquietanti. Sebbene non siano ancora disponibili farmaci risolutivi, il trattamento dei disordini cognitivi in questi pazienti con farmaci inibitori delle colinesterasi appare promettente.”

Altro argomento di estrema attualità della Settimana sarà l’impatto neurologico di uno stile di vita non corretto a causa di abuso di alcol o di utilizzo di droghe, che rendono il cervello e le altre strutture nervose più suscettibili a danni permanenti. Nel caso di eccessivo consumo di alcol, a riscontrare una maggiore suscettibilità ai danni tossici sono soprattutto i giovani e gli anziani. Se in età avanzata si accentuano quelle carenze derivanti dalla progressiva perdita di neuroni, in età giovanile viene compromesso lo sviluppo di adeguate connessioni fra le strutture nervose del cervello. In Italia si stima che il problema riguardi circa il 10% della popolazione, mentre quasi il 2% soffre di una vera e propria dipendenza da alcol. Alcol e droga costituiscono, inoltre, un fattore di alto rischio di incidenti stradali che possono provocare traumi cranici: in questo caso le prestazioni maggiormente compromesse sono proprio quelle riguardanti la sfera cognitiva, in particolare la memoria, ma una diagnosi tempestiva, associata ad un trattamento adeguato, può comunque consentire di minimizzare le conseguenze dell’evento traumatico.

Di grande interesse, inoltre, i disturbi della memoria nel caso di pazienti affetti da epilessia, che solo nel nostro Paese interessa circa 500.000 persone. A riferire difficoltà della memoria circa il 50% degli individui colpiti dalla patologia. Tra i fattori che giocano un ruolo importante la frequenza e l’intensità delle crisi epilettiche. Deficit della memoria particolarmente frequenti si riscontrano nelle epilessie del lobo temporale, forme in cui le strutture deputate alla memoria, in particolare l’ippocampo, risultano direttamente coinvolte dall’attività epilettica. Studi recenti hanno evidenziato, infatti, una asimmetria emisferica delle funzioni mnemoniche con complesse alterazioni funzionali tra i due ippocampi.

La neurologia sperimentale ha come ambito di interesse la messa a punto ed ottimizzazione di nuove strategie terapeutiche in ambito neurologico. Massimo valore nella scoperta di nuove terapie viene dato alla comprensione dei meccanismi molecolari che sottendono le malattie in quanto la loro conoscenza consente di approntare interventi selettivi. Vi sono esempi luminosi della bontà dell’approccio come la messa a punto di alcune nuove terapie della sclerosi multipla di prossima disponibilità. E’ oggi possibile personalizzare l’intervento terapeutico, massimizzando i benefici e minimizzando i rischi. La medicina individualizzata è la medicina del futuro perché consente anche un risparmio di risorse, evitando un uso non produttivo di farmaci talvolta estremamente costosi. Questi poderosi sviluppi della medicina richiedono un importante sforzo organizzativo per la complessità degli interventi necessari e anche un potenziamento degli aspetti educativi. Ancor prima di pensare a sviluppare nuove terapie per le maggiori malattie neurodegenerative preoccupiamoci di usare bene le terapie di cui già disponiamo.

Altro tema di rilievo della Settimana Mondiale del Cervello, il concetto di riserva cerebrale o cognitiva (RC), ovvero la capacità del nostro cervello di limitare le modificazioni strutturali e funzionali dell’invecchiamento sia fisiologico che patologico. Studi epidemiologici evidenziano come alti livelli di educazione ed attività intellettuali e ricreative stimolanti siano in grado di aumentare questa riserva determinando una maggiore tolleranza ai processi di invecchiamento: uno studio statunitense ha osservato come individui con meno di 8 anni di educazione presentavano un rischio di sviluppare demenza 2,2 volte superiore a quello di individui con maggiore scolarità. In conclusione, è altamente raccomandato mantenere una vita attiva e stimolante per contrastare o ritardare l’insorgenza di malattie degenerative legate all’età.

La Società Italiana di Neurologia conta tra i suoi soci circa 3000 specialisti neurologi ed ha lo scopo istituzionale di promuovere in Italia gli studi neurologici, finalizzati allo sviluppo della ricerca scientifica, alla formazione, all’aggiornamento degli specialisti e al miglioramento della qualità professionale nell’assistenza alle persone con malattie del sistema nervoso.