Sequestrato aereo Cessna, conferito in un trust inglese, per contrabbando aggravato

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – SOT dell’aeroporto “Amerigo Vespucci” di Firenze-Peretola hanno eseguito, su disposizione del G.I.P. del Tribunale di Firenze, un decreto di sequestro preventivo di un aereo CESSNA con l’accusa di contrabbando.

 

L’attività ha origine nella scorsa estate, quando, nell’ambito di un’attività di collaborazione svolta tra i reparti della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli aventi sede presso lo scalo fiorentino, viene effettuato un c.d. “controllo di rampa” su un aeromobile CESSNA 525, velivolo privato nella piena disponibilità di una società consortile di Firenze, la quale si è da subito dichiarata l’esercente del velivolo sebbene lo stesso, dai primi riscontri, risultasse registrato negli Stati Uniti.

È, quindi, seguita una serrata attività di approfondimento tramite analisi delle banche dati, dei pubblici registri e della documentazione acquisita durante il predetto controllo di rampa, a seguito della quale è emerso che:

  • il velivolo, acquistato nel 2013 da una società milanese, era inizialmente immatricolato nell’U.E. con marca inglese
  • successivamente, nel 2016, è stato cancellato dal pubblico registro aeronautico del Regno Unito per l’immatricolazione negli Stati Uniti d’America, così come risulta dalle certificazioni del pubblico registro dell’aviazione civile inglese (è quindi stato esportato dal territorio dell’Unione)
  • nello stesso anno, poi, l’aeromobile è stato conferito in un trust di diritto inglese
  • sono poi emersi contratti di noleggio del mezzo e locazione ore volo che, attraverso società interposte, riconducono alla società che oggi detiene la disponibilità dell’aereo, i cui referenti altro non sono che gli stessi soggetti che lo avevano acquistato nel 2013 e poi trasferito (formalmente) in America nel 2016.

Tutto questo nonostante il mezzo aereo, negli ultimi anni, è risultato essere sempre nella disponibilità della società consortile italiana, così come risulta dai tabulati di arrivi e partenze degli aeroporti di Firenze e Pisa, acquisiti nel corso dell’indagine. Solo negli ultimi due anni e mezzo, infatti, l’aereo CESSNA è risultato atterrare e decollare dagli scali toscani per più di 200 volte e aver imbarcato per lo più passeggeri che risultano soci della società che gestisce l’aereo, sebbene formalmente non ne sia proprietaria. In sostanza, quindi, cartolarmente l’aereo ha subìto una serie di passaggi, secondo un movimento circolare, che lo hanno visto trasferirsi dall’Europa all’America per poi rientrare in Inghilterra, ma di fatto è sempre stato condotto dagli stessi soggetti e ha sempre fatto “base” in Toscana. Si tratta, quindi, di velivolo che formalmente solca i cieli americani ma che nei fatti staziona stabilmente in Italia.

La disponibilità del mezzo da parte della società italiana, accertata sin dall’anno 2013, e l’utilizzo dell’aeromobile su territorio italiano comportano che il bene non sia impiegato in maniera “privata e occasionale” in territorio europeo, come richiede la normativa per non assolvere i diritti doganali e l’IVA all’importazione. L’aeromobile è quindi bene oggetto di contrabbando, reato che prevede la confisca del mezzo.

Nel caso specifico, i diritti di confine evasi si identificano nell’IVA dovuta all’atto dell’importazione, calcolata sul valore del velivolo, che supera l’importo di 1.000.000 di euro, con un’imposta evasa per più di 200.000 euro. In queste ore sono in corso perquisizioni presso le sedi delle società che risultano avere la disponibilità del mezzo e presso il domicilio del pilota del velivolo (U.M., di anni 46, originario di Carrara), che è anche il rappresentante legale della società consortile che gestisce di fatto il CESSNA. L’attività proseguirà con approfondimenti di polizia economico-finanziaria per chiarire gli esatti rapporti tra le società italiane e il trust di diritto inglese.