#Datibenecomune chiede al Governo di ripristinare l’aggiornamento giornaliero dei dati sul repository ufficiale COVID-19

Masks are placed on euro banknotes business money

Dal 30 ottobre non vengono più aggiornati gli open data relativi alla diffusione dell’epidemia da COVID-19. La società civile si mobilita e invia una lettera aperta al Governo.

 

Il 28 ottobre del 2022 il Ministero della Salute ha annunciato che “la diffusione del bollettino sulla situazione Covid-19 in Italia proseguirà a cadenza settimanale, ogni venerdì”.

A questo annuncio è seguita una decisione passata però sotto traccia: dal 30 ottobre del 2022 non vengono più aggiornati anche i dati in formato aperto sulla diffusione dell’epidemia.

Si tratta di dati che istituti di ricerca, analisti, giornalisti, studenti, aziende, sviluppatori usano da marzo del 2020 per leggere la pandemia, analizzarla, comprenderla, raccontarla e anche combatterla.

 

Per questo motivo la campagna #datibenecomune invia oggi una lettera aperta al Governo per chiedere l’immediato ripristino dell’aggiornamento dati giornaliero.

 

La campagna #datibenecomune è stata lanciata nel novembre 2020 da Ondata, Transparency International Italia ed ActionAid Italia per chiedere al Governo italiano di pubblicare in maniera aperta i dati sulla gestione della pandemia di COVID-19 ed ha raggiunto in poche settimane più di 250 organizzazioni aderenti e 50.000 firme di cittadini e cittadine a dimostrazione di quanto la cittadinanza sia pronta e determinata a sostenere l’accesso alle informazioni che riguardano tutti e tutte.

 

La normativa e le linee guida sul riutilizzo dell’informazione del settore pubblico prevedono che le pubbliche amministrazioni mettano a disposizione i propri dati in formato aperto, con una licenza aperta che ne consenta il massimo riutilizzo, e secondo criteri di accuratezza, coerenza,  completezza e attualità (o tempestività di aggiornamento).

In questo senso la pubblicazione dei dati Covid in formato aperto era stata salutata come una best practice, atipica per l’Italia, che per questo ha potuto godere del plauso della comunità nazionale ed internazionale ed ha trovato conferma nel Decreto legge 24 marzo 2022, n. 24, che prevede (art. 13) la “continuità operativa e qualitativa” dell’aggiornamento dei dati COVID-19.

“Finché si tratta di comunicazione istituzionale, possiamo comprendere la volontà del nuovo esecutivo di diluire la cadenza delle informative, ma i dati grezzi non dovrebbero assolutamente subire lo stesso destino: sono serviti e possono servire tutt’ora a rendere più efficace il contrasto alla pandemia, creando un virtuoso processo di collaborazione tra società civile e istituzioni”, dichiara Andrea Borruso, presidente di Ondata. “Non ci risulta ad oggi che le Regioni abbiano interrotto il flusso giornaliero dei dati verso il Ministero della Salute”, prosegue Borruso. “Questa asimmetria informativa tra “governo” e “persone” segnerebbe un deciso passo indietro in fatto di trasparenza, responsabilità pubblica e apertura alla partecipazione civica, che allontanerebbe tra loro le parti. Un passo indietro che ancora una volta evidenzia una percezione di cittadini e cittadine come ricettori passivi di informazioni sapientemente dosate e filtrate e non come risorse che possano contribuire al benessere collettivo ed al superamento delle crisi”.