Il mare più bello 2018, la Guida di Legambiente e Touring Club Italiano

Ci sono perle ammirate in tutto il mondo come le Cinque Terre o la Costiera amalfitana, luoghi densi di storia e tradizione come Maremma e Salento, aree come Ustica dove la natura è meno segnata dall’intervento umano. E, al di là dell’iconografia classica del binomio “spiaggia dorata più mare cristallino”, non mancano paradisi naturali come il Delta del Po o l’aspra Lampedusa e una selezione di laghi. 

 

La guida annuale di Legambiente e Touring Club Italiano, Il mare più bello 2018, è stata presentata questa mattina a Roma.

La Sardegna è anche quest’anno la regione più premiata con 5 comprensori a 5 vele: dalle terre della Baronia di Posada, poco sotto Olbia, all’area più a nord che comprende la Gallura costiera; e poi più a sud dal comprensorio di Baunei e lungo il litorale di Chia per arrivare alla costa occidentale, lungo il litorale della Planargia, che comprende il comune di Bosa. Importanti anche i riconoscimenti ottenuti da Sicilia (4 comprensori a 5 vele), Puglia, Campania, Toscana (tutte e tre con due comprensori a 5 vele), Liguria e Basilicata.

Per il secondo anno abbiamo confermato la divisione del territorio costiero in comprensori turistici – dichiara il presidente di Legambiente Stefano Ciafani -. Abbiamo preferito cioè valutare territori un po’ più ampi del singolo comune costiero, nella convinzione che il turista ormai si muova su un areale che non rispetta confini amministrativi. Inoltre, ci preme raccontare come le reti territoriali e le comunità riescano a valorizzare le località e il loro patrimonio naturale. I turismi che coltivano uno stretto legame con il territorio stanno infatti diventando veri e propri apripista dell’intero sistema turistico, il modo migliore per raccontare le eccellenze è lanciare la sfida di distretti turistici che guardino alla sostenibilità come ingrediente principale. Intanto, le località a cinque vele non sono solo le più belle del nostro Paese, ma anche quelle più capaci a rispondere alle sfide del cambiamento del turismo prossimo venturo, più in grado di rinnovarsi e rilanciare la loro proposta di vacanza”.

“La scelta di promuovere territori più che singoli comuni è una scelta che abbiamo sposato con convinzione perché i territori rappresentano il contesto integratore della evoluzione dell’offerta turistica e valorizzano l’identità plurale del paese – afferma Giulio Lattanzi, Direttore Generale del Touring Club Italiano. La selezione rigorosa proposta dalla guida rappresenta bene la nostra missione di valorizzazione del paesaggio, del patrimonio artistico culturale e delle economie produttive dei territori. La collaborazione tra il Touring e Legambiente – conclude Lattanzi – si basa non tanto e non solo sul lavoro comune che sfocia in questa guida quanto sul principio della condivisione di quello che è il ruolo della pratica turistica italiana, che ci vede uniti e vicini rispetto ai grandi temi del Paese.”

“Per molti il tempo delle vacanze è quello dei giorni in cui si ritrova la voglia e la gioia di fare qualcosa, di rimettere in moto il proprio corpo e pedalare, camminare, scalare, remare e quant’altro – dice Sebastiano Venneri, responsabile Turismo Legambiente -. Sono le cosiddette ‘vacanze attive’ che hanno preso il posto della vacanza sedentaria di un tempo. Si tratta di un vero e proprio esercito di villeggianti che da tutto il mondo sceglie le mete che offrono proposte di turismo dinamico. In questo senso il nostro Paese ha margini molto ampi di miglioramento, un’occasione anche per affrancarsi da un cliché che rischia di costringere l’Italia fra i confini del Belpaese, un luogo cioè attraente solo per la sua storia, le sue tradizioni, il suo passato insomma. Un po’ rischioso se si considera che nel 2025, fra pochi anni, il 50% dei turisti sarà costituito dai cosiddetti millennials di oggi, un pubblico giovanile cui piace individuare mete in grado di soddisfare la loro voglia di esperienza. Le nostre migliori mete, quelle a cinque vele per intendersi, hanno saputo raccogliere da tempo questa sfida e si stanno attrezzando di conseguenza”.

 

La guida racconta 44 tra le più belle zone balneari del nostro Paese e una serie di località lacustri. Non pretende di essere un censimento dei comprensori balneari italiani ma ne rappresenta una selezione in base a criteri principalmente ispirati alla qualità delle acque e, più in generale, all’attenzione all’ambiente. Alla base della selezione ci sono le analisi e le valutazioni della Goletta Verde, che per il secondo anno consecutivo assegna le “vele” non più alle località balneari ma a interi comprensori turistici. Una particolare attenzione è rivolta, inoltre, alle possibilità di escursioni, immersioni, percorsi in bicicletta, noleggio di canoe, luoghi che meritano una visita speciale o piccole esperienze che sarà difficile dimenticare. Il racconto delle località costiere, insomma, è integrato con proposte e consigli per una vacanza verde, di sole e di mare ma anche, per chi vuole, di attività fisica.

Sono 17 i comprensori marini che hanno ottenuto il riconoscimento delle cinque vele e 6 quelli lacustri. In totale, i comprensori turistici marini raccolti nel volume sono 96 e 40 quelli lacustri. Individuati sulla base dei dati raccolti da Legambiente sulle caratteristiche delle qualità ambientali e di quelle dei servizi ricettivi: uso del suolo, degrado del paesaggio e biodiversità, attività turistiche; stato delle aree costiere; mobilità; energia; acqua e depurazione; rifiuti; iniziative per la sostenibilità; sicurezza alimentare e produzioni tipiche; mare, spiagge ed entroterra, struttura sociale e sanitaria. Sono territori vasti che possono contenere anche più comuni, una scelta dettata dal fatto che chi va in vacanza non si ferma al confine amministrativo, ma visita spesso un territorio più ampio optando per modalità di turismo itinerante.

 

In testa alla classifica dei comprensori turistici a cinque vele ci sono le terre della Baronia di Posada e del Parco di Tepilora (in provincia di Nuoro sulla costa occidentale della Sardegna, con Posada come miglior comune, seguito da Siniscola), il litorale di Chia (a sud della Sardegna che interessa l’area del comune di Domus de Maria in provincia di Cagliari) al secondo posto e al terzo la Maremma Toscana (con Castiglione della Pescaia come miglior comune, seguito da Scarlino, Marina di Grosseto e Follonica in provincia di Grosseto).

Al quarto posto svettano le Cinque Terre (in Liguria guidate da Vernazza, Riomaggiore e Monterosso al Mare), al quinto la costa del Parco Agrario degli Ulivi secolari (in Puglia, guidata dal comune di Polignano a Mare seguito da Ostuni, Monopoli, Fasano e Carovigno nelle provincie di Bari e Brindisi), al sesto il Cilento Antico (in Campania, in provincia di Salerno, con Pollica-Acciaroli e Pioppi, Castellabate, San Mauro Cilento e Montecorice). Seguono in graduatoria la costa d’Argento e l’isola del Giglio (in testa l’isola del Giglio, e poi Capalbio, Magliano in Toscana, Orbetello e Monte Argentario tutti in provincia di Grosseto), il Litorale di Baunei (sulla costa orientale sarda), l’isola di Ustica (in Sicilia), il litorale Nord Trapanese (un comprensorio nella Sicilia orientale con al vertice il comune di San Vito Lo Capo, seguito da Custonaci e Erice), la Planargia (ovvero il litorale del comune di Bosa), l’Alto Salento Adriatico (con i comuni di Melendugno e Otranto in provincia di Lecce), la costa di Maratea (in provincia di Potenza in Basilicata). E poi l’isola di Salina (nell’arcipelago delle Eolie in Sicilia), la costa della Gallura (in provincia di Olbia-Tempio, in testa Santa Teresa di Gallura, poi Palau e Arzachena), la costa del Mito (in Campania, in provincia di Salerno, con il comune di Camerota in testa seguito da Centola-Palinuro e Pisciotta) e Pantelleria (Sicilia).

Nella classifica dei comprensori lacustri a cinque vele svetta al primo posto il Lago di Molveno (Tn), seguito da quelli di Fiè (Bz) e di Monticolo (Bz), tutti in Trentino Alto Adige. Seguono in graduatoria il Lago del Mis in Veneto, il Lago dell’Accesa (Toscana) e il lago di Avigliana Grande (in Piemonte).

Il Trentino Alto-Adige si conferma la regione con il maggior numero di comprensori tra i primi classificati.