“Il dono della differenza”, il Meeting per tre giorni si trasferisce in Egitto

Un filo rosso che dura da quarant’anni quello che lega il Meeting per l’amicizia fra i popoli e i paesi arabi, in particolare l’Egitto. Un rapporto di amicizia e collaborazione che conoscerà una nuova, importante tappa. Parliamo dei due eventi:

Alessandria d’Egitto, lunedì 22 ottobre
IL DONO DELLA DIFFERENZA: IL PLURALISMO CHE COSTRUISCE L’IO

 Il Cairo, martedì 23 ottobre
IL PLURALISMO RELIGIOSO, BASE DELLA CONVIVENZA

 

Non è la prima volta che il Meeting sbarca nel paese delle Piramidi. Nel 2010 e nel 2012 si tenne “Meeting Cairo”, manifestazione-sorella dell’evento riminese a cui parteciparono esponenti di rilievo della vita culturale, religiosa e sociale del Paese. Oggi come allora il trait d’union tra Egitto e l’Italia è Wael Farouq, docente di Letteratura araba all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ma altri due nomi che si sono aggiunti negli ultimi anni, e che hanno rafforzato di molto il legame, sono quelli di Mustafa El Feki, direttore della Biblioteca, oltre che figura di spicco della vita culturale e politica egiziana, e Sayed Mahmoud Aly, direttore editoriale di Al-Ahram, già vice direttore del settimanale Al-Kahera.

Passando al programma, la giornata del 22 ottobre, promossa dalla Biblioteca di Alessandria e dal Meeting di Rimini, sarà a tutti gli effetti un piccolo Meeting nel cuore della Biblioteca di Alessandria. Sono previsti tre incontri. Al primo, “L’estetica della differenza: il modello del Meeting di Rimini”, parteciperanno il direttore della Biblioteca Mustafa El Feki, la presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Emilia Guarnieri e Wael Farouq, che è anche componente della Redazione culturale del Meeting di Rimini.

Seguirà a metà giornata “La differenza, una base della conoscenza”, incontro che vedrà la partecipazione di Marco Bersanelli, professore ordinario di Astronomia e Astrofisica all’Università Statale di Milano, di Sua Eccellenza il Gran Mufti d’Egitto Shawki Allam e di Khaled Azab, direttore della comunicazione della Biblioteca di Alessandria.

In serata poi si terrà l’incontro “Vogliamo tutto: il Sessantotto in Italia e in Egitto” a cui parteciperanno Anwar Moghieth, direttore del Consiglio Nazionale della Traduzione ed Emilia Guarnieri.

Come buona tradizione del Meeting riminese, saranno anche esposte due mostre, una dedicata alle quaranta edizioni del Meeting, con la proposta di momenti e di volti salienti della lunga storia della manifestazione, e una dal titolo “Vogliamo tutto” sul movimento studentesco del ’68. Entrambe le mostre saranno in lingua araba.

«L’antica Biblioteca di Alessandria», commenta Emilia Guarnieri, «era nata con la vocazione di essere polo culturale e di attrazione di tutta la cultura del tempo. E oggi questa moderna creazione architettonica, e il patrimonio culturale che essa ospita, sono nuovamente il segno e l’invito a che la cultura possa essere strumento di incontro e di dialogo, occasione per riavvicinare storie e popoli».

 

Martedì 23 ottobre al Museo delle religioni del Cairo si terrà invece l’incontro “Il pluralismo religioso, base della convivenza”. I relatori saranno Roberto Fontolan, presidente del Centro culturale internazionale di Comunione e Liberazione di Roma, Nabil Abdel Fattah, presidente del Centro di studi strategici di al-Ahram e Anba Armia, vescovo generale della Chiesa copto-ortodossa.

La delegazione del Meeting è poi attesa mercoledì 24 ottobre da due personalità di primo piano della vita religiosa dell’Egitto, Sua Santità Tawadros II, 118º papa della Chiesa ortodossa copta e patriarca di Alessandria, e successivamente dal grande imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyeb.

«Se guardiamo a come è nato questo nostro incontro», conclude Guarnieri, «vediamo che all’inizio c’è stata una amicizia tra noi e Wael Farouq, un’amicizia carica di fiducia reciproca, di stima per le differenze, di desiderio di costruire luoghi dove anche altri potessero fare la stessa esperienza. Oggi che il cambiamento d’epoca, la metamorfosi del mondo, ha fatto venir meno certezze e legami consolidati, l’amicizia e la fiducia sono una prospettiva praticabile, che nasce dall’esperienza e non dall’ideologia».