Basket, arbitri, Sicilia: la sospensione della gara tra Minibasket Milazzo – Gravina

Basket, arbitri, Sicilia: cosa ci svela la sospensione della gara di C/silver tra Minibasket Milazzo – Gravina. Quando si preferisce girare la testa dall’altra parte.

Intorno a quel che resta della classe arbitrale siciliana c’è un’aria da ultimo saluto alla stazione, con il treno che già si muove e il fazzoletto stretto nella mano. Chi parte non ha nulla da dire a chi resta, chi resta non ha nulla da chiedere a chi parte. Mondi separati nel segno della sconfitta.

Da una parte il Presidente/commissario siciliano, Riccardo Caruso, dall’altra la truppa arbitrale, o quel che ne resta, dopo la scelta sbagliata di poter fare a meno come Presidente del Cia regionale di uno come Tolga Sahin

Il giorno dopo Minibasket Milazzo – Gravina sarebbe intelligente riflettere su quello che sta accadendo in molti palazzetti siciliani e non fermarsi solo alla richiesta di pene esemplari da parte della giustizia sportiva, che comunque ci devono essere se dalle parole si passa a gesti ben più gravi. 

Un passo indietro.

Presidente/ commissario Caruso, talvolta le nostre scelte si rivelano a posteriori sbagliate avendo determinato delle conseguenze negative – piccole o grandi che siano. Ci si ritrova a domandarsi: Perché ho preso questa decisione? Al momento sembrava una buona idea, ma in retrospettiva si è rivelata una scelta infelice … perchè privarsi di un uomo di riferimento per la crescita arbitrale come Sahin che stava mettendo ordine e soprattutto dava credibilità e autorevolezza ai fischietti isolani? Perché quell’addio? 

Questa è una buona domanda e noi ce lo chiediamo ogni volta che le cronache riportano fatti che con il basket, lo sport, il gioco non hanno nulla a che vedere: dalle scommesse alla violenza.

La gestione degli arbitri, la loro crescita, l’autorevolezza e la credibilità di un fischietto non è missione da poco eppure la politica federale, specie in Sicilia, latita. A noi pare, se ci passate il paragone, una partita quasi irreale, sospesa nel nulla, una partita naufraga e randagia, senza meta e senza padroni. Nessuno che voglia davvero vincerla, nessuno che possa davvero perderla. Così Comitato regionale e quel che resta della squadra messa su da Sahin si dividono l’illusoria gioia di essere a metà strada, di potercela fare al ritorno. Dopo ogni polemica, svista, fuga, abbandono di un arbitro finisce in un abbraccio collettivo di gente che saluta il pubblico, che alza le mani e canta. E’ la minima felicità che nasce dai verdetti rimandati, è l’appagamento piccolo di chi non è sconfitto, non ancora.

E si capisce come il Presidente/commissario Caruso se la goda, questa strana sospensione di giudizio, il settore degli arbitri ormai abituato alle sberle del destino, alla fuga e alla tutela protettiva di questo o quel dirigente federale, a chi purtroppo è arrivato e a chi purtroppo non arriverà perché disilluso sulla imparzialità delle promozioni. La credibilità di un fischio passa soprattutto dalla credibilità dell’arbitro, piaccia o non piaccia.

Del resto è la partita parallela, quella che i reduci della selezione fatta da Sahin affrontano dopo avere conosciuto l’ultima beffa, quella del potenziale padrone che scappa, ricco e spaventato. E loro, come sempre, poveracci e soli. Non sarebbe stato meglio rispettare le regole basate sul merito? Ma forse no, forse è logico che l’arbitro siciliano continui la sua vita ad handicap, sempre un po’ più indietro rispetto alla realtà. Il risultato è una squadra svuotata, devitalizzata, un Presidente/commissario tattico come non si vede mai, un Presidente/commissario che calcola e amministra, un Comitato siciliano patetico che non è il Comitato che tutti vorrebbero: competente, autorevole, giusto.

E’ la tristezza delle storie che finiscono male, è il peso di un addio (Sahin) e di un fallimento (generale, da Antonio Rescifina alle riserve), un fallimento dei programmi e degli uomini, non solo dei risultati. Si dissolve il sogno dei mille proclami, svaniscono grandi idee che erano soltanto bolle di sapone. Eppure il Presidente/commissario Caruso non ha il coraggio di cambiare sul serio nemmeno in questi momenti definitivi: con questa squadra, concessa l’attenuante degli assenti, non si va lontano.

Noi l’avevamo detto ma non è un detto: ci sono cose che un tecnico non può fare ma un politico si: DANNO!

In questi giorni nell’ambiente della pallacanestro siciliana sta andando in scena il remake del “IL GRANDE BLUFF” film d’avventura del 1957, diretto da Patrice Dally, che narrava di un giocatore d’azzardo, che ha perso fino all’ultimo soldo, ma riesce, con un’abile commedia, a farsi credere milionario. La versione siciliana che inizia la produzione diversi anni fa ha la peculiarità di avere i protagonisti registi di se stessi.
Ovviamente preferiamo metterla sull’ironico facendo il parallelo tra la storia di un film e quanto sta succedendo negli arbitri siciliani dal 2013 – anno delle dimissioni del presidente della commissione regionale arbitri Sahin -.
Sono trascorsi sei anni circa è ieri si è toccato il punto più basso è cioè quello del non ritorno.

Difatti se si registrano atti di violenza durante una gara del massimo campionato siciliano nei confronti degli arbitri con l’intervento delle forze dell’ordine la misura è colma e non si può più aspettare (fonte http://www.siciliabasket.it/c-silver-milazzo-gravina-sospesa-nel-terzo-quarto-giocatore-si-scaglia-contro-gli-arbitri/).

https://www.pianetabasket.com/il-caso/serie-c-milazzo-gravina-sospesa-nel-terzo-quarto-giocatore-si-scaglia-contro-gli-arbitri-176489?fbclid=IwAR34JbUaDnGB4hm38bzRr6QFkBJEhoeeq-iij-0Cjl3Q52J6b1xC4eqCerQ

Ovviamente il gesto, oltre che condannarlo non lo giustifichiamo per nulla, in nessun caso si può sfociare in atti di violenza nei confronti di che che sia, sopratutto se nei confronti di giovane arbitro chiamato a decidere in pochi decimi di secondi. Siamo certi che la giustizia federale saprà sanzionare in modo esemplare quando accaduto.

A noi ritorna in mente la mail degli attuali istruttori regionali che prendevano atto delle enormi carenze, anche quelle basilari come i cinque secondi, cioè l’Abc del basket. Cosa è cambiato in questi anni? A leggere le notizie di stampa nulla o forse si è peggiorato.
Noi possiamo solo prendere atto che gli istruttori (Cinzia Savoca – Sebastiano Tarascio) anziché istruire i giovani arbitri vengono chiamati ad arbitrare svariate gare per tappare i buchi (quando anneghi ti aggrappi a qualsiasi ramo) ma non pensiamo che sia questo il loro compito semmai quello di formare arbitri e dare continuità al progetto Cia Sicilia e far presente questi avvenimenti affinché qualcuno ne prenda atto.

Adesso ci si chiede se la rivoluzione decisa in corsa da Antonio Rescifina e continuata da Riccardo Caruso – fuori Tolga Sahin, dentro Ciro Beneduce – abbia fatto più male alla credibilità dei fischietti del Comitato regionale. La risposta sarà comunque monca. L’unica certezza è il continuo circolare dei veleni, il progressivo dispiegarsi dentro il settore arbitrale di forze opposte. E così, mentre la cronaca esibisce il solito slogan contro il gesto violento, siamo più che certi che il Presidente/commissario Caruso affermerà che “tra un po’ comincerà la nostra rinascita a patto che gli altri stiano in silenzio“.

GAME OVER

 

Ciuff…e…Tino