Strategie di comunicazione di marketing politico

Pochi conoscono le cosiddette strategie di comunicazione di marketing politico per cui non importa che una notizia da dare sia vera o falsa. Basta ripeterla con la giusta enfasi e attraverso i canali necessari affinché sia condivisa…

di ANDREA FILLORAMO

Pochi conoscono le cosiddette strategie di comunicazione di marketing politico per cui non importa che una notizia da dare sia vera o falsa. Basta ripeterla con la giusta enfasi e attraverso i canali necessari affinché sia condivisa.
Così la più grande bufala può diventare vera, o almeno sarà percepita come tale da chi legge, commenta, condivide e poi vota.
In tempi di facile populismo e demagogia imperante, basta poco per creare consenso, attivare guerre. Questo è stato il modus operandi di Benito Mussolini (non intendo fare inutili analogie con personaggi del presente immediatamente contestabili), che riteneva che il popolo fosse un gregge di pecore. Pertanto, il Duce trionfalmente diceva: “Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent’anni un popolo come l’italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell’oblio. Altri forse potrà dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io” (da “Opera omnia”, vol. 32, pp. 170-171).
Molti politici conoscono e utilizzano le strategie del marketing politico che inducono all’ insolenza scenica, che diventa addirittura costitutiva, tanto da far dire a Roberto Saviano, rivolto al ministro Salvini: “Smettila di fare il pagliaccio sulla pelle delle persone. Stai mentendo, e lo sai” (Il riferimento era al comportamento assunto nei confronti delle 49 persone a bordo delle due navi bloccate da giorni al largo di Malta). Forse quella coazione a mentire rivela delle personalità che “ragionano” in base al principio di piacere e non al principio di realtà. Si tratta probabilmente di isterici dotati di capacità di prestar fede alle proprie bugie. Di solito succede – che simili individui – a parere di Carl G.Jung -abbiano per qualche tempo uno strepitoso successo e che siano perciò socialmente pericolosi”.
Stiamo vivendo tutti in un momento particolare della nostra storia e non ho timore di affermare che sono fortemente convinto che ogni italiano, che si è lasciato ingannare dalla propaganda, avrà, prima o dopo, la certezza d’essere stato truffato e saprà come reagire nelle ormai prossime elezioni europee.
Credo che abbia ragione Mauro Munafò quando cita, sull’Espresso: “ un’inchiesta fatta nel Regno Unito che dimostra come il nostro sia il Paese più ignorante d’Europa, “ignora” (………..) la reale dimensione di alcuni fenomeni e vive nella reale convinzione che tutto vada drammaticamente peggio”.