Quale futuro per il Sud?

Quale futuro per il Sud tra crisi demografica, depauperamento del capitale umano, della povertà e del degrado sociale? Questo il tema di un incontro promosso dalla Fondazione per la Sussidiarietà presso il Meeting di Rimini.

 

Una delle risposte può avvenire a partire dal progetto denominato Federico II che individua il Sud come centro del Mediterraneo. Il Sud geograficamente è al centro di una serie di paesi che hanno età media bassa e poi c’è una congiuntura economica, negli ultimi anni, con segnali positivi, che andrebbe sfruttata per rilanciare il meridione d’Italia.

Un rilancio che non può prescindere dall’ampliamento e ammodernamento delle infrastrutture che deve essere attuato agganciando una della novità degli ultimi anni ovvero l’allargamento del Canale di Suez che consente alle grandi navi mercantili di raggiungere il Mediterraneo con più facilità e dunque consentire alle merci di raggiungere il Nord e il Nord Europa in minori tempi e con costi più bassi. Questo concetto lo hanno capito bene i tedeschi che stanno acquisendo tutti i porti greci e lo hanno capito i cinesi che vogliono comprare il porto di Trieste.

Chiaramente per vincere questa sfida è necessario investire in infrastrutture e servizi connessi alla logistica, solo così l’allargamento di Suez può diventare una opportunità per il Sud e per tutta l’Italia. Un altro grande tema per il rilancio del Sud è il tema legato all’energia.

Dopo il referendum sul nucleare l’energia in Italia costa il 40% in più rispetto al resto d’Europa, ma il Sud è terreno favorevole per lo sviluppo di energie alternative. Infrastrutture ed energia, per il rilancio del Sud, devono camminare di pari passo con la promozione delle università (magari pensando a borse di studio e soggiorno dedicate a giovani dell’area mediterranea per invogliarli a studiare presso i nostri atenei), con lo sviluppo di un’agricoltura di qualità (legata alla produzione di prodotti tipici alimentari tipici), con la promozione di un turismo di qualità e con il sostegno di tutte quelle piccole e medie imprese che ancora, nonostante tutto, continuano a operare nel Mezzogiorno.

Di tutti questi temi importanti e fondamentali nei prossimi mesi si occuperà l‘Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà che si è costituito anche con la nuova legislatura. Riusciranno questi nostri eroi a combinare qualcosa per il nostro Sud?

Ai posteri l’ardua sentenza con la consapevolezza che ognuno deve comunque svolgere il proprio compito in modo responsabile.

Nicola Currò