Messina: scambio di voti con case popolari

L’Unione Inquilini Messina ha letto con amarezza, ma senza particolare stupore, il contenuto delle intercettazioni investigative sulle comunicazioni pre-elettorali dell’ex presidente del consiglio comunale.

 

Senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria, per la quale aspettiamo rispettosamente le risultanze e le relative sentenze dei magistrati, ripudiamo politicamente però il sistema che queste intercettazioni hanno messo in luce e che sempre abbiamo condannato. Per noi i metodi e i personaggi coinvolti erano francamente il segreto di Pulcinella: da tanti, troppi anni, la casa, il bene primario imbarattabile per la sopravvivenza è stato venduto in cambio di pacchi di voti facendo leva sulla povertà di tanti messinesi. Un putrido mercimonio della casa popolare incistato da decenni nella società peloritana.

E poi la stessa presidente, con una triste e coerente finalità, che si commenta da sola, accettava come manna dal cielo sanatorie della Regione per le occupazioni senza titolo delle case popolari offrendosi per sanare le posizioni degli inquilini, oppure sollevava, per motivi prevedibili, forti dubbi su assegnazioni in deroga disposte dal sindaco per bisogni dimostratisi disperatamente reali. Tante volte abbiamo detto e scritto che Messina ha un patrimonio immobiliare pubblico e privato, dismesso, inutilizzato o malridotto, che se fosse anche parzialmente recuperato (o autorecuperato) potrebbe sopperire agli storici problemi abitativi e di risanamento di questa città.

Ma cosa blocca l’avvio di un percorso sicuramente non semplice, ma sostenibile ed ecocompatibile? L’abbiamo sempre detto e lo ribadiamo oggi, a ridosso della festa dei lavoratori, della data che simboleggia il riscatto sociale: oggi vince e continua a vincere lo spietato sistema di controllo politico ed economico del territorio dalla forte carica autoritaria che antepone il potere di influenza politica/elettorale alle necessità più elementari dei cittadini messinesi. Infatti il sistema svelato ci riconferma i nostri dubbi su come mai le graduatorie scorrano a rilento (ovviamente ci sono anche altre altrettanto gravi responsabilità amministrative), i bandi emessi col contagocce, le richieste di assegnazioni in deroga per casi palesemente drammatici il più delle volte evase e infine l’assenza storica di un ufficio di un’agenzia comunale per la casa aperta ai bisogni dei cittadini che al momento bussano alle porte di assessori e consiglieri.

L’antidoto per noi è una politica abitativa che ascolti il territorio, che ascolti i sindacati e i movimenti per la casa costituiti dal popolo, che conosce in maniera fisiologica e tecnica il problema e le possibili soluzioni più adatte e convenienti, spesso di una sorprendente semplicità. È inconcepibile che ancora oggi ci siano famiglie ostaggio di personaggi come quelli tratteggiati e descritti bene nelle cronache recenti.

Fare politiche abitative strutturali, dotare il Paese, le città di una significativa percentuale di alloggi sociali prosciuga l’acqua dove parassiti e sciacalli sguazzano indisturbatamente per scambiare voti con diritti inalienabili, vitali e universali come quello della casa.

 

Segreteria Unione Inquilini Messina