Mandare in pensione 400 mila persone crea 400 mila nuovi posti di lavoro?

Mandare in pensione 400 mila persone crea 400 mila nuovi posti di lavoro? E’ una bufala. Fa parte del sentire comune credere che l’uscita dal mondo lavorativo di persone anziane crei posti di lavoro sostitutivi, in particolare per i giovani.

 

Questo può valere per singole situazioni aziendali o locali, oppure per i dipendenti pubblici, perché basterebbe indire un concorso atto a sostituire i neopensionati dello Stato, degli enti locali o delle aziende partecipate dallo Stato stesso, ma non è vero per l’insieme del mondo lavorativo, in particolare per quello giovane.

 

In quello che possiamo considerare uno spot pubblicitario televisivo, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha ribadito l’affermazione per cui i neopensionati sarebbero sostituiti da giovani che eviterebbero, così, di emigrare all’estero. Ovviamente, le affermazioni del ministro Salvini non sono state confrontate con chi, sulla base dei dati, poteva confutare simile tesi, ma tant’è si sostituisce l’informazione con la propaganda elettorale. I talk show servono ad imbonire il popolo.

 

Comunque, il ricambio generazionale non è verificato se prendiamo in considerazione i dati complessivi dei processi di sostituzione tra neopensionati e nuovi lavoratori.

 

L’Eurostat (l’Istat europeo) smentisce l’affermazione del ministro Salvini, mettendo, invece, in correlazione l’aumento della occupazione con il ciclo economico. In sintesi, si crea nuova occupazione se l’economia tira e non perché si mandano anticipatamente in pensione i lavoratori anziani, tant’è che, anche con la legge Fornero che allungava i termini del pensionamento, e’ aumentata la percentuale dei giovani occupati in relazione all’aumento del Pil degli ultimi anni.

 

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), in un report sull’argomento, scrive che “in una economia che cresce, i lavoratori anziani non sottraggono opportunità ai più giovani, ma contribuiscono ad ampliare il potenziale produttivo complessivo”.

Insomma, l’affermazione del ministro Salvini, non ha riscontri né empirici né teorici. E’ una bufala.

L’importante è che il popolo ci creda.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc