Il Vangelo secondo Andrea Filloramo: In un Paese normale, un politico serio, si guarderebbe bene dal farsi ridere dietro

di ANDREA FILLORAMO

Il Bugiardo è una commedia di Goldoni, ricca di trovate, dove gli equivoci non sono voluti da un Fato capriccioso e beffardo, ma sono il risultato di una patologia tutta umana, quindi di una società profondamente malata.

Lelio, il protagonista, figlio di Pantalone, è un ribaldo mentitore compulsivo, che fa delle bugie, da lui definite spiritose invenzioni, una specie di missione.

Cerca di spargere a piene mani le sue trovate, ma alla fine rimane vittima delle sue stesse menzogne.

Di questi personaggi, come Lelio, è ricca la storia politica italiana.

Basta poco, quindi, senza grandi sforzi, per scoprire oggi, fra questi, un politico, che attrae particolarmente quanti credono che la politica sia una commedia, anzi uno sberleffo alla realtà, che drammatica e inarrestabile, scorre nel paese reale, dove tutto neanche inizia a diventare una cosa seria.

Si tratta del Segretario della Lega, Matteo Salvini, il cui curriculum politico è ben noto, come ben note sono nelle sue apparizioni continue nelle televisioni pubbliche e private, le sue semplificazioni, le decontestualizzazioni, i dati dei problemi sociali che dice di voler affrontare e risolvere presentati in modo impreciso e talvolta inventati di sana pianta, gli insulti, l’accomodamento della realtà e, infine, la politica dell’immigrazione e la retorica dell’emergenza, dietro la quale cerca di nascondersi per occultare le sue incapacità.

In un Paese normale, un politico serio si guarderebbe bene dal farsi ridere dietro raccontando sempre panzane, pur di occupare il primo posto, ma a furia di sentire ripetere le stesse bugie molti si convincono che queste siano la verità, e così il beneficio elettorale per Salvini, è assicurato.

L’ultima è di questi giorni: si tratta della vicenda dell’ipotetica visita in Russia di Salvini per proporsi come intermediario per la pace con l’Ucraina, che occupa le pagine dei giornali di tutto il mondo e sta gradualmente assumendo i contorni della figuraccia.

Un elemento che rende ancora più bizzarra la vicenda è che Salvini ha organizzato l’inusuale visita con un ex parlamentare di Forza Italia, Antonio Capuano, un faccendiere noto per essere vicino a regimi autoritari.

Secondo il quotidiano Domani, il leader della Lega poco dopo l’invasione dell’Ucraina trattava con l’ambasciatore russo in Italia insieme al suo superconsulente all’insaputa di Draghi.

Ma non sarebbe stato l’unico incontro prima dell’annuncio del suo fantomatico viaggio di pace a Mosca.

Da Palazzo Chigi fanno sapere di non essere a conoscenza di alcun incontro riservato tra Salvini e l’ambasciatore Razov e che se «fosse vera la notizia, sarebbe gravissimo».

La portavoce dell’ambasciata russa Valentina Sokolova conferma l’incontro tra Salvini e Razov, senza rivelare il contenuto della conversazione e lo stesso Giorgetti che è il vice di Salvini nella Lega non ha mancato di alzare la voce e ha detto: «Bisogna muoversi di concerto con il governo: sono questioni di portata mondiale e quindi ciascuno deve dare il suo contributo ma all’interno di percorsi che sono molto molto complicati».

Da rammentare fra l’altro che la storia politica non rende Salvini esattamente un mediatore indipendente.

Salvini ha da tempo rapporti molto stretti con il governo russo, e in passato aveva espresso grande ammirazione per Putin, anche dopo l’invasione della Crimea e le numerose segnalazioni di violazioni dei diritti umani da parte del presidente russo. Nel 2018 , per esempio, aveva detto di preferirlo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Nel corso di un viaggio a Mosca il Segretario della Lega si era anche fatto fotografare con una maglietta con la foto di Putin, e in più occasioni aveva detto di stimare e rispettare il presidente russo, sostenendo per esempio che avesse dato «ricchezza, prosperità ed orgoglio» alla Russia dopo il periodo sovietico.

Negli ultimi anni  inoltre aveva stretto accordi con il partito di Putin, Russia Unita, e anche dopo l’invasione dell’Ucraina Salvini è sempre stato il leader politico italiano più morbido con la Russia e con Putin.

Ma al di là della indipendenza e autorevolezza di Salvini, quella della visita è stata giudicata da molti una manovra per riguadagnare una centralità politica che ha perso ormai da tempo, e in generale una pessima idea per varie ragioni: su tutte, per il fatto che i rapporti fra Italia e Russia sono nel periodo più delicato da diversi decenni a questa parte, e un’iniziativa maldestra di questo genere potrebbe ulteriormente comprometterli.

Anche la presenza e l’attivismo di uno come Capuano – che nella Lega non conosceva quasi nessuno, fino a pochi giorni fa – ha generato molte attenzioni. Repubblica lo definisce un uomo dalle «misteriose connessioni internazionali»: 51enne perito elettronico, eletto deputato giovanissimo con Forza Italia nel 2001, poi immischiato negli ultimi dieci anni in giri di cui non si sa moltissimo.

Repubblica lo definisce avvocato dell’ambasciata del Kuwait in Italia, Domani scrive che «risulta socio in almeno una decina di aziende principalmente con sede in Campania» e che ha contatti anche con l’ambasciata russa. Grazie a questi contatti negli ultimi mesi avrebbe organizzato almeno un incontro fra Salvini e l’ambasciatore russo.

Anche un incontro del genere, peraltro, sarebbe estremamente irrituale. La presidenza del Consiglio ha fatto sapere se «fosse vera la notizia, sarebbe gravissimo», perché Salvini non avrebbe informato il governo di questo incontro.

Il fatto che per giorni nel dibattito politico di un paese europeo si parli della possibile visita in Russia di un politico notoriamente filorusso si sposa perfettamente, peraltro, con la campagna di disinformazione e inquinamento del dibattito che la Russia sta portando avanti nei vari paesi europei dall’inizio della guerra, che fra i propri obiettivi ha quello di rendere la Russia un interlocutore legittimo con cui discutere la fine delle violenze, e non come uno Stato che ha compiuto un’aggressione ingiustificata e verosimilmente responsabile di crimini di guerra contro i civili ucraini.