25 settembre: Per fare antimafia vera bisogna distinguere le storie vere da quelle farlocche

25 settembre – Il voto è un momento importante e significativo della vita democratica ma non è l’unica modalità di controllo dell’equilibrio e della saluta democratica della Nazione. Se io voto una persona che propone un programma credibile e poi si comporta da mascalzone ed è colluso con le mafie, bisogna neutralizzarlo con gli organi di controllo che devono intervenire se chi svolge ruoli nelle Istituzioni non li esercita per il bene comune ma per farsi i cavoli suoi.

La democrazia è equilibrio dei poteri, controlli, partecipazione attiva dei cittadini. La “mafia” non riguarda soltanto i nomi eccellenti che appaiono sui giornali o in TV, investe comportamenti di sopraffazione, di non rispettare i diritti degli altri, le persone, coalizzarsi con metodi e azioni contrarie alla legge per raggiungere i propri interessi, e quant’altro lede i diritti civili altrui …

Basta ricordare certi comportamenti nei luoghi di lavoro o all’interno dell’Università: come vengono scelti per esempio i giovani da inserire come ricercatori? A volte, ascoltando fatti di “mafia” è facile riferirsi a nomi eccellenti, e sentirsi lontani, non coinvolti, riguarda quelli … senza riflettere che si può agire allo stesso modo.

Ecco perché un’istituzione fondamentale come la Commissione antimafia, i cui membri hanno poteri di polizia giudiziaria e hanno la responsabilità di scavare a fondo nelle ferite del Paese, di tracciare la rete delle complicità e del sistema di connivenze, indagando nelle zone d’ombra, nel vero potere dei boss, su quel terzo livello che costituisce il cuore e la mente della criminalità organizzata, non può permettersi di non esprimere un giudizio netto sui tanti misteri italiani. Visto che in questi giorni caldi d’estate è già iniziata in Tv la campagna elettorale per le politiche d’autunno e a dar retta ai professori che vi partecipano si ipotizza una Italia diversa da quella di oggi, ci conviene sognarla migliore di quella che che litiga nei programmi televisivi. Sogno un Paese in cui tutti possono vivere decorosamente, con un lavoro che consenta di far crescere in armonia la famiglia, una nazione in cui si possa guardare alle nostre prospettive di sviluppo senza che crollino davanti agli occhi per colpa di un ministro o di uno scandalo. Sogno che tutti vivano senza dover rubare o prevaricare gli altri e in caso di emergenza sanitaria, tutti possano accedere a un Pronto soccorso senza dover attendere, ore e ore, per colpa dei tagli alla Sanità.

Insomma per usare le parole di Nando Dalla Chiesa: “Per fare antimafia vera bisogna distinguere le storie vere da quelle farlocche. E studiare, studiare, studiare: siamo cresciuti, ma dobbiamo crescere ancora”.