Uici e Irifor, campi estivi 2023 e socialità

La presidente del Consiglio regionale Oliveri traccia il bilancio dei quattro campus tra la Sicilia e il Trentino, con attività abilitative e riabilitative anche  per i pluriminorati fino a sessant’anni. Due dei campi nell’Ibleo, il Baraka Village di Scoglitti, nel Vittoriese, e il Kikki Village di Modica, uno a Pinzolo, nel Trentino, e l’ultimo nel Baglio Basile di Petrosino, nel Trapanese. L’importanza sociale di queste esperienze tra relax e inclusività …

Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per gli obiettivi raggiunti in quest’estate 2023” ha detto Maria Francesca Oliveri, presidente del Consiglio regionale dell’Uici e dell’Irifor Sicilia, tracciando un bilancio dei quattro campi estivi organizzati dall’Unione ciechi e dall’Istituto.

 

Dopo aver partecipato nei primi di luglio nel Baraka Village di Scoglitti (Rg) al primo campo, riservato a una dozzina di bambini dai 3 ai 13 anni, non vedenti e ipovedenti accompagnati da uno o più genitori, la presidente Oliveri ha voluto esserci anche in quello conclusivo, nel Baglio Basile di Petrosino (Tp), rivolto a disabili visivi  tra i diciotto e i sessant’anni con pluridisabilità lievi e medie. Il campus, coordinato da Davide Baviera e con lo psicologo Francesco Bilinceri, prevedeva attività di teatro-terapia, acquaticità e manipolazione.

 

“In questo clima armonico, di gioco, svago e allegria – ha detto – ci siamo scambiati con gioia grandi emozioni, lacrime e sorrisi, testimonianze del fatto che ognuno di noi ha dato un po’ di sé all’altro, arricchendolo. Nelle molteplici attività  proposte il filo conduttore è stato sempre mettere al centro di tutto la persona umana e la sua unicità”.

 

Gli altri due campi estivi si sono svolti in luglio nel Kikki Village di Modica (Rg),  dedicato a ciechi e ipovedenti fino a cinquant’anni con disabilità aggiuntive gravi e gravissime (su 19, 16 sulla sedia a rotelle), e in settembre, a Pinzolo, sulle montagne trentine. Quest’ultima iniziativa, coordinata da Francesca Panzica, ha coinvolto ragazzi tra i 15 e i 21 anni –  undici ipovedenti e quattro non vedenti, in escursioni per sviluppare movimento, orientamento e autonomia.

 

La Presidente ha sottolineato l’importanza, evidenziata anche a Pinzolo, “di potenziare l’autonomia personale, l’autostima, la socializzazione con grande attenzione anche ai genitori, alle famiglie” e ha ringraziato operatori e assistenti che “hanno dimostrato grande serietà e professionalità”.

Un “punto di forza per affrontare le sfide future”.

 

“Questo campus è stato molto formativo da più punti di vista e in particolar modo sotto il profilo sociale” ha detto dal canto suo uno dei partecipanti all’iniziativa in Trentino, Antonino Martorana, pianista e compositore palermitano che, tra l’altro, ha festeggiato  il proprio compleanno a Pinzolo con tutto il gruppo dell’Uici.

 

“Mi ha colpito molto – ha affermato – come si sia creato questo gruppo omogeneo tra disabili visivi e volontari senza alcuna di quelle distinzioni che a volte nella vita si possono venire a creare”.

 

“Credo che una delle parole chiave di questo campus sia stata famiglia” ha sottolineato Dafne Petrillo, anche lei palermitana.

“Tra noi, comprendendoci – ha aggiunto – siamo riusciti a stare tutti insieme con un senso di familiarità. Durante la visita al Museo, per esempio, dove abbiamo imparato tutti insieme nuove cose che non sapevamo”.

 

“Conoscere nuova gente con problemi simili ai nostri – ha sottolineato Antonino Rubino, di Palermo –  è importantissimo per ipovedenti e non vedenti. Perché spesso ci sentiamo isolati dal mondo e abbiamo bisogno di qualcuno che ci conforti. Quindi un campus come questo, se si ha la possibilità, si deve fare”.

 

Qui – ha confermato Noemi Cosenza, la più giovane del gruppo, proveniente da Rosolini, nel Siracusano – ho avuto la possibilità di fare nuove esperienze, una delle quali è stato il parapendio. E’ stato molto bello volare e mi sono sentita… libera”.

 

Di percorso formativo importante ha parlato Ciro Rubino, palermitano, sottolineando le “esperienze utili a sviluppare un’autonomia personale lontani da casa, cosa che non tutti hanno la possibilità di fare”.

 

Per Ivan Migliore, di Palermo, il campus ha dato loro “la possibilità di vivere esperienze davvero straordinarie” come la mungitura delle mucche, la visita al Parco Avventure e le gite in alta montagna.

 

Dello stesso parere Giovanni Calafatello di Favara, nell’Agrigentino, il quale ha raccontato di essersi imbragato per partecipare alle attività del Parco Avventura, e ha gradito anche la passeggiata per visitare le cascate, commentando: “mi sono divertito un sacco anche se abbiamo camminato troppo, però è stato bello”.