Frode fiscale e riciclaggio transnazionale in paradisi off-shore. Sequestri per 9 milioni di euro

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, su delega della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Pubblico Ministero in via d’urgenza, su beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 9 milioni di euro, nei confronti di un’impresa italiana, con sede a Varese, attiva nel settore della fabbricazione di macchinari per l’industria della plastica.

Il provvedimento di sequestro si inserisce nell’ambito di una più ampia attività d’indagine, svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano e diretta ad approfondire la posizione di consulenti tributari operanti a livello internazionale, che offrono strumenti per realizzare illecite strategie di pianificazione fiscale; in particolare, l’attività investigativa ha permesso di ricondurre ad un network internazionale di professionisti alcuni veicoli societari esteri, utilizzati da imprese italiane per sovrafatturare costi oppure sottofatturare vendite e poi trasferire i profitti dell’evasione fiscale verso paradisi fiscali attraverso società con sede nelle Isole Vergini Britanniche.

In tale ambito, sono state eseguite numerose perquisizioni, anche in territorio estero da parte dell’HM Revenue and Customs a Londra, della Luxembourgish police – Department “Entraide judiciaire internationale” in Lussemburgo e dalla Polizia Cantonale del Ticino a Lugano, con il supporto dei finanzieri del Nucleo PEF di Milano, sulla base di una rogatoria internazionale e di ordini europei di indagine attivati dalla Procura della Repubblica di Milano.

L’impresa italiana colpita oggi dal provvedimento cautelare aveva trasferito fraudolentemente all’estero parte dei propri ricavi per sottrarli al fisco italiano e poi dirottarli su conti off-shore, attraverso un sofisticato meccanismo di frode fiscale, attuato mediante interposizione fittizia e utilizzo strumentale di limited companies in Inghilterra e nelle British Virgin Islands che hanno consentito alla medesima società di evadere imposte per oltre 9,5 milioni di euro tra il 2010 e il 2018.

Complessivamente, due soggetti risultano indagati, a vario titolo, per i reati di frode fiscale, aggravata dalla finalità di consentire a terzi di commettere il delitto di riciclaggio e per il contributo fornito per commettere gli illeciti da parte di un più articolato gruppo criminale organizzato in ambito transnazionale, operante tra il Regno Unito, il Lussemburgo, la Svizzera e le Isole Vergini Britanniche.

Le attività concluse oggi si collocano nell’ambito della più ampia operatività della Guardia di Finanza che, con l’obiettivo di contribuire alle prospettive di ripresa e rilancio dell’economia del Paese e anche grazie al ricorso a strumenti di cooperazione internazionale, viene diretta al contrasto delle grandi evasioni e delle frodi fiscali a carattere transnazionale, in grado di generare enormi profitti in capo ai soggetti beneficiari, in danno dell’Erario domestico.