Alessandra Vancheri: L’autoritratto finale, mi auguro, raffiguri un’anima più luminosa

“Sono nata in Sicilia, vivo e lavoro a Trieste. Sin da bambina sono stata appassionata di fossili, pietre e minerali, reperti archeologici; ho così studiato Archeologia, scoprendo e amando sempre più l’arte antica. D’altro canto vivo un tempo fatto di modernità e sviluppo tecnologico che mi ha portata a studiare e sperimentare la computer grafica. Ho dunque unito la mia passione per l’arte antica e l’interesse per la computer grafica, dando un nome a questo mio creare: “ArTEMPORE”, di arte atemporale, senza tempo. Pittura e disegno – con l’uso di colori acrilici su tela, matite colorate e pennarelli – originano in me una creatività e una sperimentazione, un’identità differenti”.

Alessandra V.

 

Alessandra quale realtà interpreti nei tuoi dipinti?
Mi diverte usare il colore per dare vita all’astratto, così da rendere tangibile e visibile l’invisibile di una sensazione, di un sentimento, di un pensiero, di un ideale, di un concetto e l’inesistente, magari, di mondi mai esistiti.

Qual è la tua giornata tipo?
In genere sono di corsa, per il lavoro e le faccende quotidiane, per trascorrere del tempo con familiari e amici. Cerco però, ogni giorno, di trovare del tempo da dedicare al mio fare arte.

Nell’arte ci vuole più studio o personalità?
Entrambe le cose penso siano importanti: lo studio ti dà la tecnica e le conoscenze necessarie atte a realizzare l’opera e per quanto riguarda la personalità, non può certo mancare, rende unico ogni artista; ognuno ha qualcosa da trasmettere e lo fa a suo modo, secondo il suo essere.

Qual è la cosa più importante quando si lavora a un disegno?
Per me, la base da cui partire, è di avere un progetto di inizio chiaro di ciò che vorrei realizzare: lo immagino, lo visualizzo nelle sue parti, nei colori, nell’atmosfera che vorrei assumesse. In corso d’opera lascio spazio all’istinto, alle emozioni, all’ispirazione del momento che
crea quell’effetto che non ci si aspetta.

Di solito gli artisti sostengono che la creatività li mette in contatto con tutto ciò che li circonda. Vivere certe sensazioni permette loro di esprimere al meglio la propria natura. Capita anche a te mentre dipingi?
Tutto ciò che mi circonda e quanto mi incuriosisce e appassiona, influisce molto sulle mie opere, ne è il soggetto: dalle meraviglie della natura ai principi di chimica e fisica, dalla matematica e le moderne tecnologie alla storia più remota.

Non ti capita mai di pensare che quando rappresenti su tela qualcosa di intimo e personale, guardi la vita da un’altra prospettiva?
Più volte ho provato a esprimere, attraverso i colori sulla tela, l’intimo e il personale: quando ho realizzato il dipinto, lo vedevo per quello che era il mio sentire del momento ma dopo tempo, una volta che le cose sono maturate e cambiate, ho guardato quella stessa opera con occhi
diversi ed ha assunto un significato differente.

Sin da bambina sei stata appassionata di fossili, pietre e minerali, reperti archeologici; hai studiato Archeologia, scoprendo e amando sempre più l’arte antica. Chi ti aiuta a tenere i piedi per terra?
Sono sempre stata libera di seguire le mie passioni e sono stata supportata da chi mi è vicino. Ciò che mi aiuta a tenere i pedi per terra è più il cosa, direi…cioè il consueto vivere con le sue difficoltà o l’essere consapevole che i risultati si raggiungono con impegno e determinazione.

Ricordi il tuo primo quadro?
Si, lo ricordo benissimo. Gli ho dato il nome “Tempesta”, perché era quello che avevo dentro quando lo dipinsi (pennellate decise, come di un vento impetuoso, su di uno sfondo blu). Il tempo poi guarisce e placata la tempesta, quelle stesse pennellate le vidi come foglie danzanti, con i colori dell’autunno ed in caduta, nel momento in cui l’albero si libera del vecchio per fare posto al nuovo.

Come è cambiato il mondo delle gallerie d’arte?
È da tempo che le gallerie d’arte stanno vivendo un periodo di difficoltà e questo perché il mercato dell’arte è profondamente cambiato negli ultimi anni. Si diffonde sempre più il mercato online e un numero sempre maggiore di galleristi, case d’asta ed artisti ha iniziato a rivolgere la
propria attenzione e a operare in quell’ambito.

A chi devi dire grazie nella tua carriera?
Il mio grazie è per ognuno di coloro che mi apprezza, ugualmente per chi mi critica in modo costruttivo.

Nella vita nulla è gratis: se vuoi comprare un bell’abito o una macchina, devi guadagnartelo. Come si vive da artisti in Italia?
In Italia, mi pare di aver capito, che l’artista è sinonimo di “persona che non vuole lavorare”. Essere ben visti ed emergere non è semplice.

Che cosa è sacro per te?
Avere del tempo per me stessa. L’uomo è un animale sociale, pensò però sia importante riuscire a ritagliarsi del tempo da trascorrere da soli con sé stessi per scoprirsi e capirsi, ritrovarsi, ricentrarsi.

Come sarà il tuo ritratto finale?
Disegnai e dipinsi il mio ritratto (i capelli mossi dal vento che lasciano scoperto solo un occhio), quello di un io riservato, irrequieto, alla continua ricerca di sé. L’autoritratto finale, mi auguro, raffiguri un’anima più luminosa.