GDF RIETI: EVASIONE FISCALE

Sono tre le distinte verifiche fiscali appena concluse nel mese di Agosto dal Nucleo di Polizia Tributaria di Rieti. I finanzieri stanno proseguendo su due dei diversi filoni di indagini tributarie aperti e riconducibili alla più generale azione di polizia economico-finanziaria condotta dal Corpo. Particolarmente complessa è stata l’attività di controllo eseguita nei confronti di due società operanti nel settore agro-alimentare e che ha permesso di quantificare in 5 milioni di euro i ricavi nascosti al Fisco dal 2010 al 2012. A scoprire l’evasione si è giunti grazie alla stretta collaborazione con la Procura della Repubblica di Rieti che ha autorizzato l’utilizzo delle risultanze investigative emergenti dalle indagini finanziarie, eseguite nei confronti delle società e dei rispettivi rappresentanti. Certosina e laboriosa è stata la ricostruzione delle operazioni illecite, in considerazione della scarsa e lacunosa documentazione reperita e del fatto che le ingenti operazioni finanziarie rilevate dai verificatori sono risultate del tutto sproporzionate rispetto a quanto indicato in precedenza al Fisco, spesso sprovviste di un puntuale collegamento con le ben più esigue operazioni fatturate e registrate in contabilità. Come se ciò non bastasse, talune operazioni di vendita e/o acquisto di generi di vario tipo che erano state documentate da fatture sono poi risultate prive di un reale riscontro. In alcuni casi, dai documenti fiscali sono emerse compravendite di materie prime che nulla avevano a che fare con le attività svolte per statuto dalle società, mentre in altri casi le merci non sono risultate supportate da documenti di trasporto o non erano identificati negli assegni i presunti fornitori/clienti indicati nelle fatture. La terza verifica fiscale ha visto, invece, impegnati i finanzieri nei confronti di una società operante nel settore edilizio. Questa volta l’esame della documentazione contabile, i mirati controlli incrociati e i questionari inviati ai clienti e fornitori del soggetto verificato hanno consentito di rideterminare la base imponibile, per gli anni 2009-2013 per circa 2 milioni di euro in più rispetto al dichiarato. In questo caso, a un primo esame, la documentazione contabile inerente all’attività svolta sembrava detenuta in perfetto ordine ma, entrando nel merito delle operazioni economiche registrate e, in particolare, dei costi sostenuti dall’impresa nello svolgimento della sua attività, alcuni aspetti risultavano incoerenti. Va ricordato che, in via generale, l’evasione si concretizza sostanzialmente o con l’occultamento dei ricavi o attraverso l’indicazione di maggiori costi fittizi al fine di abbattere la base imponibile sulla quale si calcolano le imposte dovute. Ebbene, nel caso del soggetto verificato, si ricade nella seconda ipotesi descritta, avendo egli, in alcune circostanze, registrato costi ritenuti dai verificatori non deducibili in quanto non adeguatamente descritti e giustificati, essendo riferiti a operazioni connotate da un elevato grado di “intangibilità”. Il titolare dell’impresa verificata è stato deferito alla locale A.G. per i reati di dichiarazione infedele e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Con le tre distinte attività ispettive, sono stati complessivamente 10 i soggetti ritenuti responsabili a vario titolo e deferiti alla locale Autorità Giudiziaria per reati che vanno dalla dichiarazione infedele alla emissione e/o utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. La competente Agenzia delle Entrate di Rieti è stata attivata, oltre che per il recupero a tassazione di tali importi, anche per le altre relative imposte indirette tra le quali l’IVA e l’IRAP. La sistematica sottrazione di importi al fisco produce degli effetti distorsivi a tutto il sistema, consentendo anche il fenomeno della concorrenza sleale nei confronti delle imprese e dei contribuenti che operano correttamente. L’attività della Guardia di Finanza mira a contrastare tali illeciti, al fine di garantire un fisco più equo e proporzionale all’effettiva capacità di ognuno.