Salvini, Di Maio, gli immigrati e le bufale

“Abbiamo già dato” e “Porti sbarrati”, afferma il vicepremier, Matteo Salvini, a proposito della ipotesi di sbarco di 49 migranti dalle navi Sea Watch e Sea Eye.

Gli fa eco l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che propone lo sbarco di sole donne e bambini.

Aggiunge Di Maio: “Da noi le decisioni le prende il governo intero”. Bene, visto che loro nel Governo sono in maggioranza e, soprattutto, hanno il presidente del Consiglio che ha il potere di decidere autonomamente.

Quindi, le decisioni dovrebbero già essere state prese.

 

E’ il gioco del poliziotto buono e di quello cattivo, ed è talmente smaccato che solo un ingenuo potrebbe non capirlo.

 

Vediamo le bufale.

Dal 1 giugno del 2018, giorno del varo del governo legastellato, nel nostro Paese sono sbarcati 9.940 migranti.

Quindi, i porti non sono chiusi, come afferma Salvini.

 

Al 31 maggio 2018 (governo Gentiloni) il numero di sbarchi era diminuito dell’80% circa rispetto allo stesso periodo del 2017.

In tutto 2018, la percentuale di diminuzione degli sbarchi è rimasta all’80%.

Quindi, dal varo di questo governo, 1 giugno 2018, non c’è stata nessuna invasione.

 

Nel 2018 la percentuale di immigrati, rispetto alla popolazione, ci vede all’ultimo posto con uno 0,038%, rispetto a Grecia, Malta e Spagna.

“Hanno dato” più questi Paesi dell’Italia.

 

Permangono nel nostro Paese, 400 mila immigrati irregolari, perlopiù arrivati dopo le vicende che scossero il Nord Africa, in particolare a causa della guerra in Libia (anno 2011), alla quale partecipò l’Italia, insieme ad altri Paesi, decisa dal governo Berlusconi, del quale faceva parte la Lega Nord. Effettuati 460 bombardamenti e 1.900 raid aerei.

E’ diffusa l’opinione che siamo stati “costretti” ad intervenire; della serie: è sempre colpa degli altri. Comunque, l’operazione era a guida NATO della quale l’Italia fa parte.

Dei 400 mila immigrati irregolari, il Governo non riesce a trovare una soluzione, a parte le frasi ad effetto, tipo “gettiamoli a mare” e “rispediamoli nel loro Paese”.

Facile raccontare bufale, mostrare i muscoli e fare i buonisti di turno nella recita che ammalia il popolo.

Fino a che il popolo ci crederà.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc