Governo: tanti nemici tanto onore. E io pago

“Tanto nemici tanto onore” sembra essere il motto del governo che, dopo i primi mesi, sta cominciando a mostrare difficoltà in economia e non solo.

Dipende da come si guarda il suo operato, ché qualcuno reputa ben indirizzate le scelte, soprattutto dopo che l’antieuropeismo che aveva caratterizzato la campagna elettorale sembra essere ridimensionato: esempio per tutti i tentativi di disarticolare i pagamenti tramite pos, rientrato dopo che dall’Ue è stato fatto notare che non poteva essere fatto…

La politica, però, non è fatta solo di aziende che riescono a produrre meglio oggi, perché occorre considerare i risvolti di queste produzioni e come si inseriscono in un progetto più ampio, e di lunga durata/visione, che è il cosiddetto green deal europeo. Risvolti che hanno anche riscontro sui portafogli di oggi e domani dei consumatori. occorre gestire l’oggi in prospettiva del domani.

 

Le scelte del governo con forte carattere ideologico cominciano a dare i loro risultati negativi.

Si pensi al cosiddetto sovranismo alimentare: etichette alimentari per favorire i produttori a discapito dei consumatori, la gazzarra sull’ipotesi di etichette sul vino per i pericoli dell’alcool.

Fino alle accise sulla benzina e l’istituzionalizzazione della violazione delle norme Bolkestein sulle spiagge. Scelte messe in atto per “tenersi buone” le corporazioni dei settori, grandi elettori di questo governo.

 

Tutte attività imposte per affermare la supremazia della Nazione contro presunti attentatori della stessa. Attentatori europei in generale (spiagge, vino, etichette) contro i quali mostrare la propria potenza vantandosi, per esempio, di un calo del prezzo del gas che, ironia dei fatti, proprio non dipende dall’Italia ma dall’Ue.

Uno potrebbe dire: chi se ne frega se il governo è sovranista, importante è che mi dia strumenti e opportunità per vivere bene e meglio. Ma questo non accade. Se siamo male informati su ciò che mangiamo e beviamo, se benessere significa solo i bilanci delle aziende ma non la salubrità e opportunità di ciò che producono, dopo siamo noi consumatori a stare male. Se benzina, balneari, taxisti, etc sono contenti perché continuano a guadagnare per rendita di posizione piuttosto che per capacità di mercato, chi paga i prezzi che rimangono alti e non scendono per la mancanza di concorrenza, siamo noi consumatori… oltre ai lavoratori che hanno meno opportunità per mancanza di mercato.

Forse i mesi da quando c’è il nuovo governo sono ancora pochi per giudicare e, come dicono al governo stesso, “dobbiamo rimediare agli sfasci precedenti”…. ma come si fa a guardare con fiducia a chi, ogni questione, la trasforma in sfida verso se stesso e non si concentra su problemi che ci sono ed eventuali rimedi?

Si pensi, al di là dell’economia, alla gazzarra sul 41 bis e gli anarchici. Invece di affrontare il problema se quel regime carcerario risponda o meno ai principi che muovono la nostra giustizia, ci si è concentrati sul fatto che debba essere utilizzato contro un signore anarchico, col corollario che questo sarebbe un fronte di lotta contro gli attacchi anarchici al nostro sistema (… ma chi ci crede al pericolo anarchico o dei rave party, visto che si tratta di ordinaria amministrazione della gestione e della pratica delle libertà in un Paese democratico?).

Questa fotografia ci porta purtroppo a considerare che, più di quanto già non fosse accaduto coi governi precedenti, al consumatore e all’utente è consentito solo di pagare e accettare le arroganze di ogni tipo.

 

Vincenzo Donvito Maxia