Di Maio vuole superare il 3% di deficit

“Se sarà necessario, per avviare reddito di cittadinanza, flat tax e revisione della legge Fornero, il governo sforerà il tetto del 3% al deficit.”, ha dichiarato il vicepremier Luigi Di Maio.

 

In sostanza si farà più debito, giacché 2.300 miliardi di debito non bastano, così come non bastano lo spread Btp/Bund sopra 270 punti, il che significa maggiori interessi da pagare, il rialzo dei rendimenti dei titoli di stato, cioè gli interessi che lo stato, cioè noi, dovrà pagare agli investitori, la fuga in due mesi di 72 miliardi di Btp e corporate bond, i 400 miliardi in mano agli investitori, i 70 miliardi di interessi che dobbiamo saldare ogni anno,  i giudizi non proprio positivi delle agenzie di rating, che potrebbero declassare ulteriormente il nostro Paese, avvicinando l’affidabilità dei titoli pubblici a quelli classificati spazzatura.

 

Eppure, “qualcuno, nell’eterno riparo dei senza tetto del pensiero” (copyright Mattia Feltri), pensa che la colpa sia dell’Europa e dei cattivi mercati e non dalla volontà degli attuali partiti di governo di incrementare spese senza copertura, cioè aumentare il debito pubblico, il che significa aumentare il rischio di una crisi finanziaria.

 

Il vicepremier Di Maio sta avvicinando il fiammifero alla miccia che porta alle polveri della “Santa Barbara” della nave Italia.

Il problema è che sulla nave, ci siamo noi, cioè il popolo italiano.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc