Di Maio, Salvini e il Mes

S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo. Chi son essi? D’una terra son tutti… Sono i versi della tragedia manzoniana “Il Conte di Carmagnola”. Chi suona gli squilli? Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

 

Perché? Per lanciare l’allarme contro chi vorrebbe attentare ai risparmi e mettere le mani nei conti correnti degli italiani.
Come? Attraverso il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), detto fondo salva Stati, ovvero, un sistema di regole che consenta di condividere i rischi in caso di crisi.

Sfugge un particolare.
Da più di un anno il governo Conte1, di cui i suonatori facevano parte come vicepremier, aveva condotto trattative e portato a conclusione il testo del Mes con gli altri 18 Stati dell’Eurozona.

Di Maio e Salvini erano della stessa terra, cioè nello stesso governo, ma una volta cambiato campo, cioè passato all’opposizione, Salvini inizia a lanciare allarmi, ingiustificati peraltro, e l’altro, Di Maio, ancorato nel terreno governativo, segue con analoghi segnali di pericolo infondati.

I motivi? Entrambi, Salvini e Di Maio, avevano iniziato con una politica anti euro e anti Europa, poi, obtorto collo, hanno dovuto accettare la realtà di una Italia che è integrata nel sistema europeo e nell’euro. Uscirne sarebbe catastrofico proprio per i cittadini con il dimezzamento dei valori dei beni, mobili e immobili, e l’isolamento economico e politico, perché l’Italia, fuori dall’Europa, dovrebbe confrontarsi da sola con giganti, quali gli Usa, la Cina e anche con la stessa Unione europea.
Nella Lega e nel M5S permane il sentimento antieuropeo, che ha indotto a proporre politiche di vicinanza con Paesi, quali la Russia e la Cina, in funzione antieuropea.

E’ una pulsione distruttiva e la prova ne è l’avversione al Mes, che è appunto un meccanismo europeo di condivisione dei rischi. Chi è contro il Mes è contro l’Europa e l’euro.

La domanda che dovremmo porci è la seguente: in caso di difficoltà è meglio essere soli o stare insieme? La risposta dovrebbe essere semplice.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc