Decimali per Salvini, numerini per Di Maio. Come fare gli struzzi

Salvini e Di Maio devono avere un formidabile ufficio comunicazione. Con un po’ di battute, sapientemente distillate, fanno credere al popolo quello che vogliono.

Salvini e Di Maio, dopo le osservazioni al bilancio della Commissione europea, dicono che i decimali non contano e che non si possono dar peso ai numerini ma ai cittadini.

I decimali che non contano e i numerini hanno portato lo spread a veleggiare intorno a quota 300, il che significa che sono i cittadini e imprese a essere danneggiati.

 

Nel “Rapporto sulla stabilità finanziaria“, di pochi giorni fa, la Banca d’Italia scrive: “L’andamento dei rendimenti dei titoli pubblici ha implicazioni rilevanti per tutti i settori dell’economia. Per le finanze pubbliche l’aumento dei tassi aggrava il costo del debito e rende più difficile la riduzione del rapporto tra debito e Pil. L’incremento dei tassi all’emissione dei titoli di Stato ha determinato, negli ultimi sei mesi, un’espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi, rispetto a quella che si sarebbe avuta con i tassi che i mercati si aspettavano in aprile; costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020, se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati”.

 

Grazie a Salvini e Di Maio, i cittadini si sono accollati già 1,5 miliardi di debito pubblico, più i 5 miliardi previsti nel 2019 e i 9 miliardi per il 2020.

 

Nel frattempo i capitali sono in fuga, i risparmiatori, e le banche, non hanno tutta la fiducia del passato nei BtP Italia, tant’è che  si aspettavano 7-9 miliardi dal collocamento, mentre ne sono arrivati poco più di 2 ed è stata cancellata l’asta dei titoli di stato, a medio e lungo termine, prevista per il prossimo 13 dicembre, il che significa che ci sono serie difficoltà a venderli.

 

Sembra che il Di Maio segua la linea di contestazione, suggerita dall’ufficio comunicazione, con “questo lo dici tu”, riferita alle analisi della Banca d’Italia, e Salvini, analogamente, sempre su input del suo ufficio di comunicazione, dichiara che la manovra economica non può essere sanzionata dalla Ue perché il Parlamento non l’ha ancora approvata.

 

Il risultato è negare l’evidenza, giocando con le parole e, non avendo altro da dire, mettono la testa sotto la sabbia, come gli struzzi.

Della serie: se non vedo il mondo, il mondo non c’è.

Un bel modo di affrontare i problemi, creati proprio dal duo Salvini-Di Maio, a spese del popolo che dicono di voler rappresentare.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc