Covid e gli sciacalli dei diritti di consumatori e utenti

Ci sarebbe da scrivere un romanzo su pandemia covid e diritti dei consumatori e degli utenti, di quelli senza fine e con venature psico e antropologiche. Agli storici del futuro il compito.

Consumatori e utenti di ogni tipo.

– Utenti delle disastrose sanità regionali: vittime dei mancanza di prevenzioni, e conseguente disorganizzazioni, approssimazioni, favoritismi…

– Amministrati locali e regionali che, nonostante la retorica sull’importanza della scuola, non hanno mai ricevuto, dopo più di un anno di pandemia, un potenziamento del trasporto scolastico.

– Vittime del lavoro a casa del personale amministrativo: servizi comunali con mesi per appuntamenti, ad esempio, per pratiche tipo edilizie; motorizzazione con rimandi ancora indefiniti (revisioni, patenti, etc). Tutto con blocchi per chi fortunato avrebbe potuto continuare a lavorare.

– Vittime dei servizi di telecomunicazioni. Per l’inesistente o illusoria alta velocità, per Dad e lavoro a casa. Aziende miliardarie che con pubblicità e sponsorizzazioni hanno comprato il silenzio e l’inerzia di media e amministrazioni sulle loro reti funzionali solo al profitto e non al servizio.

– Utenze energetiche carissime, unico provvedimento il rimando temporaneo del distacco dei servizi per i morosi. Aziende energetiche spesso con azionisti istituzionali maggioritari, proni solo sul proprio utile e non all’aiuto diretto degli amministrati.

– Mondo del credito inflessibile per il rispetto dei contratti di chi non ha più niente.

– “Ricchi” privati inflessibili sui poveri: affitti intoccabili e sfratti a go-go.

Un contesto in cui, prodotti e servizi pubblici e privati hanno aumentato i costi. Il mercato – si dice- ma considerando solo quello dei lavoratori garantiti: pubblici foraggiati dalle tasse (anche di chi non ha più avuto reddito), privati giganti di servizi indispensabili (tlc, energia, grandi alimentari).

La pandemia c’è, lo Stato -come sopra descritto – c’è. I ricchi sono più ricchi, i poveri sono più poveri, soprattutto di numero. Gli studenti e le scuole merce politica, solo proclami.

Genere umano. Pur con lodevoli eccezioni, prevalenza di sciacalli dei disastri.

Lo stato avrebbe e potrebbe svolgere una funzione di stimolo e indirizzo, ma la situazione è quella che è. Ognuno ha da raccontare un proprio dramma. Questo non va bene. Certo, ora abbiamo (suo malgrado) il neo “Gesù in terra” Mario Draghi… Che fare? Basta non essere sciacalli come coloro di cui abbiamo scritto.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc