“Orrore senza fine. Diffusi i dati sulla pedofilia nella Chiesa evangelica tedesca”

di Davide Romano

La recente diffusione dei dati relativi agli abusi sui minori all’interno della Chiesa evangelica in Germania ha scosso profondamente l’opinione pubblica. I risultati dell’ampio studio commissionato dalla chiesa protestante tedesca indicano un numero sconcertante di oltre 9.000 minori coinvolti in episodi di abusi dal 1946 fino ai giorni nostri.

La vescova Kirsten Fehrs, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania (Ekd), ha emesso un mea culpa significativo di fronte a questi allarmanti risultati. Ha espresso la sua scioccante consternazione per la violenza inflitta ai bambini, inclusa quella perpetrata negli asili nido, evidenziando l’assenza di protezione e giustizia da parte della Chiesa. Fehrs ha riconosciuto apertamente il massiccio fallimento nel prevenire e affrontare gli abusi, sia al momento in cui si sono verificati che successivamente, quando le vittime hanno avuto il coraggio di farsi avanti.

Lo studio fa parte di un pacchetto di misure adottato dal Sinodo Ekd nel novembre 2018 per proteggere da abusi e molestie sessuali. La Chiesa evangelica ha istituito un consiglio consultivo per la protezione contro la violenza, commissioni indipendenti nelle chiese regionali e ha incorporato la protezione contro la violenza nei regolamenti legali, rappresentando un tentativo tangibile di affrontare il problema.

I dati emersi sono sconcertanti: almeno 2.200 vittime accertate, ma il numero totale di minori coinvolti potrebbe superare i 9.000, coinvolgendo oltre 3.000 presunti abusatori. Di questi, circa un terzo sarebbero pastori e vescovi, mentre gli altri sarebbero operatori legati alle organizzazioni della Chiesa, in particolare Diaconia. Questi numeri spiazzanti mettono in luce la necessità di un’azione immediata e radicale.

Il presidente di Diakonie Deutschland, Rüdiger Schuch, ha riconosciuto il fallimento dell’istituzione Diakonie nel proteggere le persone e si è impegnato a collaborare con le vittime per affrontare i casi e promuovere ulteriori progressi. L’apertura a riconoscere il proprio errore è un passo importante verso un cambiamento effettivo.

I risultati dello studio, che indicano solo la “punta dell’iceberg”, sono ora in fase di valutazione nel forum di partecipazione, coinvolgendo tutti i membri della Chiesa e le persone interessate. Dorothee Wüst, portavoce dei rappresentanti della chiesa nel forum, ha sottolineato la necessità di affrontare il fallimento istituzionale e personale evidenziato dallo studio, sottolineando che è essenziale un approccio correttivo tempestivo e accurato.

Il forum di partecipazione prevede di presentare un piano d’azione con conseguenze concrete nel novembre 2024, in collaborazione con i ricercatori dello studio. Detlev Zander, portavoce delle persone colpite, ha sottolineato la necessità di cambiamenti istituzionali significativi nella chiesa e nelle organizzazioni diaconali per smantellare le strutture di potere che favoriscono la violenza sessuale. Ha evidenziato l’importanza di un impegno comune e personale per garantire un cambiamento radicale nell’approccio della Chiesa alla protezione dei minori.

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