Milano: Periferie da scoprire per una città viva

Assiano, Basmetto, Cavriano e così via per 159 diversi toponimi. Sono le periferie di Milano, luoghi sostanzialmente sconosciuti alla città. “PeriferiArtMi – antichi Borghi e nuovi Quartieri della periferia milanese” è l’iniziativa per farli conoscere. In attesa di settembre, alcuni “assaggi” Sabato 4-Domenica 5 luglio…

 Milano – A come Assiano, B come Basmetto, C come Cavriano e via elencando sono i diversi e numerosi lembi di una periferia milanese molto composita ed altrettanto sconosciuta. «In effetti – spiega Giorgio Bacchiega, direttore del Centro Studi Periferie – sono 159 i diversi toponimi di antichi Borghi e nuovi Quartieri nei quali si articola la Milano, oltre la cerchia della 90-91, cioè l’80% della nostra città, abitata dalla maggioranza dei milanesi». E, in primo luogo, “PeriferiArtMi – antichi Borghi e nuovi Quartieri” si rivolge proprio ai residenti. Diceva Bonvesin da La Riva: “Mi sono accorto che non solo gli stranieri, ma anche i miei concittadini dormono, nel deserto, per così dire, dell’ignoranza e non conoscono le meraviglie di Milano”. «Parole scritte nel 1288, oltre 750 anni fa – commenta Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano – ma che sembrano scritte ieri». Con “PeriferiArtMi”, iniziativa cittadina preventivata per lo scorso marzo ma che prenderà avvio a settembre, si vuole proprio far conoscere ciascun lembo dell’altra parte di Milano, quella meno o poco conosciuta, ma ricca di beni architetttonici, artistici, museali e paesaggistici. «Grazie anche alla partecipazione di una cinquantina di associazioni ed enti territoriali, abbiamo già individuato 73 “beni” ed anche 20 percorsi – evidenzia Marco Balsamo, direttore di Scoprimilano – che, tra l’altro, possono avere anche un interesse turistico».

Intanto, propedeutico all’organico avvio a settembre (per poi ripetersi ogni mese, il terzo fine settimana), questo fine settimana prevede dedegli“assaggi”.

Intanto, propedeutico all’organico avvio a settembre (per poi ripetersi ogni mese, il terzo fine settimana), questo fine settimana (Sabato 4-Domenica 5 luglio) prevede alcuni “assaggi”.

Sabato 4 a Lambrate con la street art: «è una nuova forma d’arte e di espressione – commenta Luigi Andreoli, referente di Dai Nostri Quartieri, giornale di zona che da oltre quarant’anni racconta Lambrate e dintorni – che inizia ad essere apprezzata non solo dai giovani e che a Lambrate presenta aspetti piuttosto interessanti».

Poi, al QT8, per salire su Monte Stella e guardare Milano da un luogo «che raccoglie la memoria storica della nostra città – evidenzia Emanuele Rodriquez, referente del Centro studi ConMilanoOvest – e della distruzione avvenuta nella seconda Guerra Mondiale». Quindi, al Lorenteggio per vedere la millenaria Gesa di Lusert (Oratorio di San protaso al Lorenteggio), «rimasta integra sullo spartitraffico di Via Lorenteggio – racconta Paola Barsocchi, presidente degli Amici della Chiesetta di San Protaso – grazie alla costante attenzione ed iniziativa di residenti e commercianti, divenuta uno scrigno per incontri letterari e musicali». Quindi, in zona Farini al Museo della Macchina da Scrivere, ad ammirare seicento pezzi provenienti da tutto il mondo, che ne fanno un museo più unico che raro, peraltro un po’ stipati in un locale su due vetrine affacciate sulla strada, ampio ma insufficiente: «ma altri 1.600 pezzi sono stipati in uno scantinato – evidenzia Umberto Di Donato, anima e presidente del Museo – in attesa di trovare nuovi spazi». Ma, è possibile che una metropoli come Milano, con tutte le trasformazioni in essere, non sappia trovare lo spazio per dare adeguata allocazione ad un patrimonio unico! Allo stesso modo, possiamo pensare al Museo del Manifesto cinematografico, che era allocato in Via Gluck in quel di Greco: al suo posto è stato costruito un palazzo e, ormai da qualche anno, il Museo con i suoi 180mila pezzi è in cerca di casa.  Infine, Domenica 5, nel Quadrilatero Aler San Siro «per un itinerario della Memoria storica – evidenzia Marco Gaiardelli, presidente dell’Associazione Fenice – lungo le numerose targhe che raccontano di tante persone che hanno offerto importanti contributi alla nostra città, sacrificando anche  la propria vita». Insomma, un modo diverso di guardare un quartiere, che non gode di un buon storytelling, ma che può essere visto anche da prospettive imprevedibili, da conoscere. «Come le Madonnine presenti in oltre 30 cortili – aggiunge Gaiardellisegno della cura e della cultura presenti nel quartiere».

In questo panorama di luoghi, non sono poi da dimenticare le decine di libri sulla storia dei quartieri che, fino al 1923, erano Comuni indipendenti da Milano. «L’obiettivo è quello di offrire una conoscenza diffusa della città – conclude Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano – affinchè nessuno lembo di territorio e chi vi dimora rimanga dimenticato».