La preghiera al tempo del Coronavirus: Dio non è un distributore di bevande che metti i soldi e ti rifornisce di ciò che chiedi

“Dio non è un distributore di bevande che metti i soldi e ti rifornisce di ciò che chiedi”…

Il male non deriva da Lui ma da scelte umane che prediligono l’avidità di potere, di successo ai valori cari a Dio: l’amore, la compassione, il rispetto per il prossimo. La storia ce lo insegna e anche questa situazione ha una sua chiave di lettura. Di fronte a un elenco quotidiano di morti ci dobbiamo fermare a riflettere.

Noi non siamo onnipotenti, come ultimamente ritenevamo di essere, perché basta un virus a distruggere un’umanità. Il benessere non è il valore essenziale della nostra vita perché da un giorno all’altro ci può essere negato. I divertimenti, lo sballo, l’amicizia basata su incontri privi di contenuti ma solo mirati a un divertimento ottenuto con inoculazione di sostanze in questo momento storico ti sono negati: niente canne, niente alcool, niente cocaina, niente di niente. Siamo soli a causa di questo virus, soli con noi stessi.

Una solitudine imposta che ci porta a riflettere sui veri valori della vita, a imparare a godere delle piccole cose o semplicemente perché al mattino apriamo gli occhi e abbiamo la fortuna di vedere il volto dei nostri cari.

In questo periodo si tirano le somme e per quanto riguarda i veri credenti si ha modo di distinguere chi in questo periodo riesce a cogliere il messaggio di Dio e del perché ammette tutta questa sofferenza, da chi ha bisogno di altarini, di luoghi sacri, di cerimonie religiose per sentire la sua presenza.

Marisa Giudice