La Chiesa messinese al tempo del Coronavirus

In questi giorni di pandemia, tutta l’Italia (e buona parte dell’Europa) è esclusa dalla celebrazione eucaristica e dal potersi accostare a Gesù nel sacramento dell’Eucarestia, tranne il clero e le suore.

 

Mi danno fastidio i vari cardinali, vescovi e anche preti che scrivono o vengono intervistati o mettono video su Facebook e non fanno altro che dire che fa bene il digiuno eucaristico, che il fatto di non poter partecipare alle celebrazioni eucaristiche è “positivo” perché ormai era diventata un’abitudine e così possiamo riscoprirla… e aggiungerei io, sì! come noi laici riscopriamo quanto sono belle le porte chiuse quando i sacerdoti celebrano.

E dicono che celebrano per noi…sì, ma senza di noi! Ma tutti questi che parlano in questo modo non sono “colpiti” come il resto del popolo: a loro non è stato tolto nulla, parlano di sacrifici, ma che sacrifici fanno se possono continuare a celebrare quando vogliono e comunicarsi al corpo e al sangue di Cristo come prima?

In questo momento (e chissà per quanto tempo) facendo queste affermazioni non stanno ‘camminando’ con il popolo: come fanno a dire che fa bene il digiuno eucaristico e restare senza messa quando loro sono i primi a non farlo? Come fanno ad essere ‘credibili’? Dicono e non fanno! Se fa così bene perché pure loro decidono fermamente di non celebrare più?

È vero che loro obbediscono a quello che dicono le autorità civili e religiose e certamente questi ‘divieti’ riguardano gli altri non loro, quindi è facile per loro ‘ubbidire’. Ma vorrei vedere se anche a loro venisse impedito di celebrare e comunicarsi…direbbero ancora queste assurdità? Che abbiano almeno il buon senso di tacere e di non parlare in questo modo, dato che loro non subiscono lo stesso ‘trattamento’ di tutti gli altri.

Gesù si continua a donare a noi nonostante i divieti che abbiamo di avvicinarci a Lui nell’Eucarestia, Lui continua a dire durante tutte queste celebrazioni senza popolo (o comunque con poche persone) e a porte chiuse (come stavano gli apostoli dopo la crocifissione) che “è per tutti” nessuno escluso…. Forse per ‘coerenza’, almeno finché sussistono questi ‘divieti’, si dovrebbe fare peccato di omissione e omettere questa affermazione (la mia è solo una provocazione per fare capire l’incoerenza del celebrare a porte chiuse, perché Lui davvero si offre a tutti pure quando il ministro celebra senza popolo).

 

Non ho la soluzione in tasca, capisco i timori del contagio, non so se questi provvedimenti siano davvero un bene per la comunità, quindi non riesco a capire se è giusto fare così o si dovrebbe fare altro. Ma penso che almeno si dovrebbero cercare altri modi per fare comunicare tutti. Se il cibo viene garantito a tutti, anche per chi è in quarantena fino all’uscio di casa, non vedo perché non si possa trovare un modo per fare ricevere anche il corpo di Cristo “vero alimento”!

Fermo qui le mie elucubrazioni mentali perché apprendo in questo momento che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha dettato le linee guida per la Settimana Santa e particolarmente per il Triduo Pasquale, cuore dell’anno liturgico, confermando che “ove sussistano restrizioni dovute al Coronavirus…le celebrazioni si facciano senza la partecipazione dei fedeli”.

Tristezza pura. Popolo beffato.

T.C.