Il volto oscuro della Chiesa

di ANDREA FILLORAMO

In un tempo in cui gli scandali sessuali degli uomini di Chiesa sono sempre più frequenti, ogni notizia di scandali che hanno come protagonisti preti o vescovi, non meraviglia più di tanto.

Se ciò è vero – e non potrebbe essere diversamente – una notizia divulgata dalla stampa o è vera o è verosimile o è una bufala, cioè è falsa e ideata deliberatamente per creare scompiglio e recare danni di immagine e di reputazione.
Riportare la notizia in una di queste categorie talvolta è difficile e spesso è impossibile.
A questo punto può entrare in gioco l’immaginazione, che a mio parere non è sempre contraria alla verità a meno che si restringa il suo campo a quello della falsità, come dire che quando immagino, immagino sempre cose false e inesistenti. Il che non accade, perché immaginare, nel senso di rendere presente alla mente un’immagine più o meno visiva, si può fare con immagini pescate dalla memoria e che derivano da cose accadute e viste (e perciò convenzionalmente vere), oppure combinando o producendo visioni che non hanno mai avuto un corrispettivo nel mondo.
Da uno scandalo che è andato su tutti i giornali e ha riempito molti siti di internet, ho preso spunto per scrivere un romanzo realistico e didascalico, che sarà pubblicato fra qualche mese, che è da intendere come un prodotto della mia immaginazione, con il quale mi sono proposto lo scopo di tentare di conoscere quel che è veramente accaduto in una innominata città e, in modo particolare, riflettere su quello che chiamo: “il volto oscuro della Chiesa”.
Protagonista del romanzo è un prete in forte crisi di identità come uomo e come sacerdote, oggetto di svariate voci che lo vogliono omosessuale, che dà la possibilità di riflettere su alcuni temi specifici della vita clericale, quali: “la formazione nei seminari” “la sessuofobia”, “la pedofilia”, “l’omosessualità”.
Don Giovanni, durante la sua vita, si è dovuto scontrare con ciascuno di questi temi, che l’hanno fortemente condizionato, tenendolo stretto fra le spire di anacronistiche visioni del bene e del male, a partire da quando era in seminario, quando ignorava quelle pratiche che erano ampiamente diffuse nella Chiesa, ma soprattutto erano opportunamente insabbiate da chi di dovere. Erano occultate, oltretutto, allo stesso modo, le frequenti avventure dei sacerdoti con le donne, a dispetto di ogni promessa di castità, fatta nel momento dell’ordinazione presbiterale.
Il quadro che ne viene fuori, dunque, è quello di una Chiesa che cerca di reprimere in ogni modo la sessualità dei suoi uomini e delle sue donne, quella stessa sessualità che poi esplode incontrollata in forme molto spesso dannose.
Non è, però, ciò ignorato da don Giovanni né egli è disinteressato a quanto gli accade accanto, cioè nel suo “mondo”, tant’è che non esita a rivolgersi direttamente al Papa, non per aver giustizia di un torto ricevuto ma per “ben altro”.