GOVERNO RISPETTI LA LIBERTA’ DI CULTO: IL DPCM 26 APRILE 2020 È CONTRO LA LIBERTA’ RELIGIOSA

Il 14 marzo, come associazioni e persone impegnate per le istituzioni democratiche, abbiamo espresso solidarietà ai Vescovi per aver “testimoniato un non scontato gesto di responsabilità per sostenere la lotta contro la pandemia, accettando il sacrificio più grande, la rinuncia cioè alla condivisione dell’Eucarestia”.

 

Oggi rivolgiamo un APPELLO URGENTE AL GOVERNO perché rispetti le garanzie costituzionali di libertà di culto, palesemente violate dal DPCM 26 aprile 2020, che appare – come denuncia il comunicato stampa n. 34/2020 della CEI – “ARBITRARIO” e “INGIUSTO” nel punto in cui unilateralmente impone ancora al popolo italiano l’impossibilità di partecipare alla celebrazione eucaristica in condizioni di sicurezza.

ARBITRARIO, innanzitutto per l’assenza del confronto parlamentare, che in democrazia non ammette deroghe in presenza di diritti e libertà costituzionali.

ARBITRARIO, per insanabili contraddittorietà e illogicità.

È illogico infatti consentire l’apertura dei luoghi di culto condizionata a standars igienici e distanze interpersonali e pretendere poi di distinguere fra le attività praticabili in tale ritenuta sicurezza, vietandone solo una. È contraddittorio proibire le messe, permettendo solo “le cerimonie funebri”, che -come quasi tutti sanno- altro non sono che un particolare tipo di messa, che dunque andrebbe sempre consentita almeno alle medesime condizioni. È illogico rispetto alla natura laica della Repubblica scegliere chi possa partecipare ai funerali. È contraddittorio fissare il tetto massimo di 15 presenze ai funerali, perché per nessun altro luogo, seppur più angusto come biblioteche, librerie, piccole strutture di vendita, ecc., il DPCM impone un parametro numerico assoluto. È d’altronde del tutto illogico pensare che 15 persone siano nella stessa condizione igienico-sanitaria nei pochi metri quadri del Santuario della Madonna dell’Archetto a Roma come negli 11.700 mq del Duomo di Milano. È contraddittorio che il Comitato Scientifico di Palazzo Chigi si riferisca a non meglio precisate “criticità non superabili”, quando la stessa Presidenza del Consiglio pochi minuti prima annunciava un “protocollo” che “consenta quanto prima la partecipazioni di fedeli alle celebrazioni liturgiche”.