VIOLENZA DI GENERE: COME SI VIVE CON LA PAURA? IMG PRESS INTERVISTA LA PSICOLOGA ELVIRA TRAPANI

Noi di IMG Press, vogliamo fare la nostra parte per essere vicini con le nostre riflessioni, con la nostra rete di conoscenze, alle donne di ogni età vittime di ogni forma di disagio e violenza. E’ una sfida culturale da vincere per noi stessi e per le generazioni che verranno. Per saperne di più abbiamo coinvolto nella nostra riflessione la psicologa palermitana, Elvira Trapani, esperta su tematiche della violenza di genere, competenze genitoriali e cura dei minori in contesti familiari di trascuratezza, disagio economico, maltrattamenti e incurie. 

Quali sono le emozioni che portano un uomo a diventare violento nei confronti delle persone che dichiarano di amare? C’è spazio nella nostra società per accogliere la sofferenza del maltrattante pur nella consapevolezza che non sono ammessi sconti rispetto alle responsabilità? Qual è la strada da percorrere per prevenire nuovi reati? Sono solo alcune delle domande che spesso ci poniamo dopo aver, purtroppo, appreso dalla cronaca, dell’ennesimo fatto tragico. Vogliamo dire basta al femminicidio: non dimentichiamo le donne che hanno perso la vita nel nostro Paese.

 

Elvira Trapani, il 22 aprile è stata la Giornata nazionale della Salute della donna. Il Ministero della Salute ha voluto dare enfasi all’evento soprattutto per prevenire la violenza alle donne, tema che ricorre spesso in questi giorni di convivenze forzate, spesso all’insegna di episodi di aggressione tra le mura domestiche. Che salute godono le donne siciliane?

La giornata nazionale della salute della donna è stata istituita nel 2015, promossa dal Ministero della salute, con lo scopo di sensibilizzare e prevenire il benessere al femminile. In questa giornata è stato attivato il Numero Verde gratuito 800189441, un servizio di consulenza e ascolto dedicato a tutte le donne del Paese che fornisce risposte ai quesiti legati alla propria salute. Il 70 % delle donne lavora in ambito sanitario; secondo diverse ricerche effettuate sul campo, le donne vivono più a lungo, ma vanno spesso incontro a diversi tipi di patologie, per tale ragione risulta fondamentale diffondere l’importanza della prevenzione in tutto l’arco di vita della donna. In particolar modo durante l’emergenza COVID-19 “restate a casa” non per tutte le donne è un messaggio rassicurante. In contesti familiari violenti e maltrattanti, infatti, la paura e la solitudine sono emozioni predominanti nella donna che condivide spazi e tempi domestici che accrescono l’esposizione la rischio. Il Dipartimento delle Pari Opportunità ha istituito un Numero Nazionale Antiviolenza e Stalking 1522, gratuito e attivo 24 ore su 24 e una chat scaricabile in cui è possibile mettersi immediatamente in contatto con personale specializzato.

Nella sua esperienza professionale all’interno di un Centro antiviolenza a Palermo quali sono state le fragilità che ha più riscontrato e quali consigli si sente di dare a chi subisce violenza?

Secondo i dati Istat in collaborazione con il Dipartimento delle Pari Opportunità 43.467 donne si sono rivolte ai Centri Antiviolenza, vittime di violenza fisica, psicologica, economica; di cui il 27 % di donne sono straniere e 427 mila minori in 5 anni sono vittime di violenza assistita. Sono donne che trovano la forza di denunciare, proteggersi e spesso di proteggere i propri figli. Mediante il sostegno psicologico, sociale e giuridico la donna viene supportata nell’elaborazione del trauma relazionale, lavorando sul vissuto traumatico, potenziando resilienza, autostima, autoefficacia e la rete sociale e familiare che costituiscono un’importante risorsa. Alle donne che vivono all’interno di contesti familiari maltrattanti consiglio loro di chiedere aiuto per riscoprire la forza, che già possiedono, per ripartire da sè e iniziare un nuovo percorso di vita.

 Si ricorda qualche storia che tra le tante l’ha più colpita?

Le storie delle donne lasciano sempre un segno nel percorso occupazionale di chi lavora in ambito sociale tra le professioni di aiuto. Generalmente sono donne trascurate, con bassa autostima, perché umiliate, denigrate e svalutate come donne, moglie e madri. Al termine dei loro percorsi di rinascita è evidente quanto la loro forza d’animo e il lavoro in equipe siano fondamentali per riscoprire dentro di sé capacità, attitudini fino a quel momento celate, ma facilmente visibili nel momento in cui sono supportate e guidate per ripartire da loro stesse. Terminare gli studi, intraprendere una strada professionale, creare una rete sociale, sviluppare gli strumenti per costruire un nuovo contesto personale e familiare rassicurante per loro e i loro figli.

È possibile prevenire la violenza di genere?

Certamente, negli ultimi anni sono stati implementati numerosi progetti in ambito scolastico per lavorare sulla prevenzione della violenza di genere. Mediante attività di psicoeducazione in gruppo tra coetanei, come momenti di riflessione per conoscere la tematica legata al concetto dicotomico di uguaglianza/disuguaglianza, gli stereotipi di genere sensibilizzazione alla diversità e rispetto di genere; migliorare la conoscenza e la comprensione della natura della violenza; responsabilizzare i giovani come portatori dei valori di tolleranza e uguaglianza. Attività di parent training come momento di scambio genitoriale, la famiglia è l’agente primario di socializzazione che diffonde messaggi educativi attraverso la trasmissione di valori sociali, la capacità di regolazione delle emozioni e le aspettative relativamente al mondo esterno.

Covid-19 e differenze di genere?

Le ricerche raccolte evidenziano che esistono differenze importanti nell’insorgenza, manifestazione clinica e nelle risposte ai trattamenti di patologie, sia legate a caratteristiche genetiche che attitudinali di genere maschile e femminile. Alcuni ipotesi riportano che gli uomini hanno una maggiore tendenza al tabagismo, fattore di rischio per contrarre l’infezione; le donne generalmente hanno una spiccata abitudine a dedicare uno spazio della propria quotidianità all’igiene personale e infine una risposta immunitaria, sia innata che adattiva, più efficace nelle donne che negli uomini.

Un terreno di coltura della futura violenza sia quello in cui in famiglia si assiste a violenza psicologica dell’uomo verso la donna?

La violenza psicologica secondo i dati forniti dalle ricerche è già presente in misura maggiore (73,6%) rispetto alla violenza fisica (62,1%). Per le connotazioni che la contraddistinguono, la violenza fisica con l’esposizione dei segni visibili, ha una reazione di denuncia sociale maggiore; mentre la violenza psicologica in quanto contraddistinta da sintomi psicologici apparentemente non evidenti (isolamento, denigrazione, senso di colpa, umiliazione, svalutazione) ha un impatto sociale inferiore.

La vera libertà in un rapporto è poter fare sempre ciò che si vuole?

La libertà in un rapporto include la possibilità di essere se stessi, come soggetti pensanti differenziati dall’altro, con propri interessi, pensieri, atteggiamenti che devono essere rispettati

Aiuta sapere mettersi nei panni dell’altro/a e anche imparare a perdonare superando posizioni di orgoglio?

Spesso il maltrattante presenta un deficit delle funzioni riflessive, dell’intelligenza emotiva e quindi una scarsa capacità di comprendere il vissuto emotivo dell’altro. Il perdono, non è un concetto generalizzabile ai contesti maltrattanti in cui dopo una fase di “attacco” vi è una fase di “pentimento e scuse” caratterizzato dalla minimizzazione di quanto accaduto e promesse di cambiamento che precede la fase di “riconciliazione” per ricominciare ciclicamente nella ripetizione dei target violenti.

Troppi maschi non sanno parlare di sé, delle proprie emozioni. Come aiutarli?

L’educazione familiare e le aspettative sociali e culturali, sin dall’infanzia consentono di associare l’uomo e la virilità alla mancanza di sensibilità emotiva. Diffondendo un’immagine dell’uomo coartato che risponde anche alle differenze genetiche femminili e maschili. Scardinare le idee socio-culturali e lavorare sul vissuto familiare che inficia spesso sulla capacità di comprendere ed esprimere le emozioni

I social hanno fatto passare il messaggio che chi vince è figo, chi perde uno sfigato. Funziona sempre così?

All’interno del mondo social le tematiche personali e sociali vengono generalmente amplificate a causa dell’anonimato e della possibilità di esporsi indirettamente mediante uno schermo e una tastiera che rendono più forti e meno empatici. L’assenza di limiti spazio-temporali in questo caso, non permette di leggere i messaggi trasmessi virtualmente come monito che rispecchia la realtà concreta

Ai giovani non andrebbe insegnato il valore di una sconfitta?

La sconfitta molte volte si pensa sia legata agli aspetti negativi del successo, ignorando invece le potenzialità di essa.  In termini psicologici invece è spesso utile per comprendere ciò che deve essere migliorato, leggere la sconfitta come momento di crescita personale, un evento normale, inevitabile e potenzialmente positivo

Abbiamo una confessione da farle: per noi la vita è una lunga caduta, la cosa più importante è saper cadere. Ci considera troppo pessimisti o semplicemente pragmatici?

Gli eventi critici sono presenti in ogni ciclo di vita familiare e umano, la capacità però di ripristinare un’omeostasi, adattandosi al cambiamento facilita la risposta individuale. Riconoscere anche un locus of control interno è determinante, pensare che gli eventi che accadono dipendono dal controllo personale e per tale ragione possono essere gestiti

Quanto torna a casa dopo aver trascorso giornate a assorbire tanta negatività, dolore e frustrazione come si purifica?

Le giornate lavorative non sono segnate soltanto da vissuti emotivi particolarmente dolorosi, ma anche dai benefici che implica una relazione terapeutica fondata su alleanza, fiducia, sostegno e ascolto attivo

Per fortuna che scrivere, raccontare, dà la possibilità di costruire un nuovo mondo, una nuova vita. E’ solo utopia o creatività romantica?

La scrittura viene spesso utilizzata come strumento terapeutico, permette in modo creativo di esprimere riflessioni ed emozioni, utilizzando un’espressività differente, più introspettiva.