Terzo Settore: lo stop all’IRES non basta

Apprendiamo con soddisfazione il passo indietro del governo sull’aumento dell’IRES dal 12 al 24% per gli enti del Terzo Settore. Si tratta di una misura dannosa per le migliaia di persone bisognose sostenute dalle associazioni di volontariato e controproducente per le casse pubbliche dello Stato, che a fronte di un piccolo beneficio nel breve periodo si troverà a dover coprire i costi dei servizi sottratti.

Resta la preoccupazione sui tempi e i modi in cui si arriverà alle correzioni promesse alla legge di Bilancio.

Così come resta la denuncia di un atteggiamento punitivo da parte della maggioranza di governo nei confronti dell’associazionismo, del volontariato e della solidarietà in generale.

Una manovra sbagliata che colpisce i deboli e gli indifesi: già con l’approvazione del Decreto sicurezza, il governo aveva scelto di far pagare le proprie contraddizioni ai migranti e a coloro che li supportano, depredando i più poveri a vantaggio dei disonesti e della criminalità organizzata. Con questa legge di bilancio cade anche la retorica dell’aiuto a casa loro, tanto cara alla pancia xenofoba del nostro Paese” dichiara Filippo Miraglia, presidente di ARCS.

Prova ne sono ad esempio la riduzione dei contributi alle Nazioni Unite, i tagli dei fondi destinati alla cooperazione internazionale, l’aumento delle spese militari, l’annuncio di conferma del programma di acquisto dei caccia F-35, la tassa sulle rimesse dei migranti.

Continuiamo a contrastare con forza ogni tentativo di delegittimazione del Terzo Settore: non basta ammettere un errore, serve un’inversione di marcia.