Sanatoria professioni sanitarie: ‘Questo lo dice lei!’ diventa legge dello Stato

Arriva la sanatoria delle professioni sanitarie. Anzi è già arrivata, sotto l’albero il 24 mattina: chiunque abbia esercitato abusivamente una professione sanitaria senza averne i titoli potrà emergere e farlo alla luce del sole, sempre senza titoli e senza competenze. Perché la pratica e l’esperienza sono importanti certo, ma allora che senso ha studiare? Che senso ha pretendere un titolo abilitativo per mettere le mani sulla nostra salute?

 

Nessuno, basterà dimostrare di aver fatto quel lavoro per 36 mesi, con un contratto di lavoro subordinato o a partita Iva mostrando le fatture (creandole?) e automaticamente ci saranno competenze, titoli e professionalità. Anzi no, ma faremo finta che ci siano.

Il provvedimento è, ça va sans dire, di paternità grillina. La ministra della salute Giulia Grillo grida al complotto, non sarebbe una sanatoria perchè può esercitare la professione solo chi ha titoli validi.

Un po’ come se in manovra fosse stato inserito un comma che consente agli avvocati di continuare a fare gli avvocati…

Ma il testo della legge è – stranamente – scritto in un italiano semplice e chiaro: “coloro che svolgono o abbiano svolto un attività professionale in regime di lavoro dipendente o autonomo, per un periodo minimo di 36 mesi, anche non continuativi, negli ultimi 10 anni possono continuare a svolgere le attività professionali previste dal profilo della professione sanitaria di riferimento, purché si iscrivano, entro il 31 dicembre 2019, negli elenchi speciali ad esaurimento istituiti presso gli ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche di della riabilitazione e della prevenzione”.

 

Nessun riferimento nella legge a titoli o competenze, ma attenzione: manca un altro importante riferimento. Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, e la redazione in fretta e furia dell’emendamento ha portato il legislatore ad una grossa svista: esercitare abusivamente una professione sanitaria è – e resta, fino a nuova legge – reato, e iscriversi negli elenchi speciali provando di aver esercitato abusivamente una professione sanitaria è una autodenuncia: il reato è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 10 a 50 mila euro.

 

Emmanuela Bertucci. Legale, consulente Aduc