Gianluigi Nuzzi e le verità nascoste negli armadi del Vaticano

Nuzzi attraverso le registrazioni e i documenti inediti di diversi incontri riservati tra i vertici del Vaticano e il papa, solleva impietosamente il velo sui fasti dei cardinali, sulle regge da loro abitate a canone zero, sulla fabbrica dei santi da canonizzare, sulle offerte dei fedeli spesso sottratte alla beneficenza, sui furti e le truffe commerciali, sul buco nero delle pensioni, sulle veline e i veleni di chi sabota la vigorosa rivoluzione del papa, tra spionaggio, scassinamenti e azioni di delegittimazione.

 

di ANDREA FILLORAMO

Gianluigi Nuzzi, è autore del libro-inchiesta: “Via Crucis. Da registrazione e documenti inediti la difficile lotta di Papa Francesco per cambiare la Chiesa”, con cui continua a portare in scena gli scandali del Vaticano.
Non c’è dubbio che questo libro, pubblicato nel 2015, assieme agli altri precedentemente scritti dallo stesso autore sugli stessi temi, merita molta più attenzione di quanto fin ora è stata prestata in quanto aiuta a comprendere documentalmente quanto è avvenuto e sta avvenendo nella Chiesa cattolica durante gli ultimi pontificati.
I suoi contenuti servono anche a interpretare il senso più vero del famoso “dossier” Viganò, nato da una clamorosa decisione di un diplomatico noto ecclesiastico carrierista insoddisfatto.
Il dossier, quindi, contiene non uno sfogo di un uomo di Chiesa, Mons. Viganò, stanco del marcio che ha visto attorno a sé, ma un’operazione organizzata da tempo e con cura da alcuni cardinali e vescovi ultra conservatori nel tentativo di far dimettere il Pontefice, che ostacolerebbe quanti vorrebbero che nella Chiesa nulla cambi e che in essa permanga lo status quo che è stato il terreno fertile della loro carriera.
Nuzzi attraverso le registrazioni e i documenti inediti di diversi incontri riservati tra i vertici del Vaticano e il papa, solleva impietosamente il velo sui fasti dei cardinali, sulle regge da loro abitate a canone zero, sulla fabbrica dei santi da canonizzare, sulle offerte dei fedeli spesso sottratte alla beneficenza, sui furti e le truffe commerciali, sul buco nero delle pensioni, sulle veline e i veleni di chi sabota la vigorosa rivoluzione del papa, tra spionaggio, scassinamenti e azioni di delegittimazione.
Leggiamone qualche brano: “Nel cuore pulsante della Chiesa c’è un buco nero che Francesco scopre dopo molte difficoltà: una malagestione che diventa truffa e raggiro. Grazie alla task force che ha messo in piedi con un colpo di mano senza precedenti, il papa riesce ad accertare che i costi della curia vengono sostenuti impiegando i fondi destinati ai bisognosi. Uno scandalo. I soldi che arrivano in Vaticano, mandati dai cattolici di tutto il mondo per le opere di carità, non finiscono ai poveri ma servono per colmare i buchi finanziari generati da alcuni cardinali e dagli uomini che controllano l’apparato burocratico della Santa sede“.
I cardinali si concedono ogni genere di lusso.
Sui giornali è finita la storia della casa del cardinale Bertone che, avendo unito due appartamenti all’ultimo piano di Palazzo San Carlo in Vaticano, abita in una residenza da 700 metri quadrati.
Ma da quello che appare leggendo Via Crucis l’attico di Bertone è la regola, non certo l’eccezione: “basti verificare come e dove vivono i porporati che occupano le posizioni più alte nella gerarchia per capire dove vanno a finire i soldi destinati alla carità, nelle case lussuose del cuore di Roma, realtà inimmaginabili per gran parte dei cattolici, da fare invidia perfino alle star di Hollywood”.
Secondo le prove portate dal giornalista, i cardinali vivono in dimore principesche da 400, 500, anche 600 metri quadrati: “essi vivono da soli o con qualche suora missionaria come assistente, colf, cuoca e perpetua, meglio se proveniente da un paese in via di sviluppo. Sono appartamenti costituiti da sale di ogni tipo: d’attesa, della televisione, da bagno, dei ricevimenti, da tè, della biblioteca, dell’assistente personale, del segretario, d’archivio, della preghiera. E ancora camere, cucine e dispense”.
Residenze in edifici da favola: “nell’appartamento più grande, ben 445 metri quadrati, è andato al cardinale Velasio De Paolis, classe 1935, presidente emerito della Prefettura degli affari economici della Santa sede. Con una casa da 409 metri quadrati gli fa compagnia il cardinale sloveno Franc Rodé, ottantun anni, già arcivescovo di Lubiana e amico personale del sacerdote Marcial Maciel Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo”.
Ricordiamo che il Degollado era padre di sei figli, cinque biologici e uno adottivo, nati dalle relazioni con quattro donne diverse ed è sospeso dal ministero per gravissimi atti di pedofilia.
“È uno dei membri, tra l’altro, del Pontificio consiglio della cultura. Il cardinale Kurt Koch, invece, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, deve accontentarsi di una casa di 356 metri quadrati”.
Un altro gruppo di cardinali vive in un bel palazzo vicino a via Conciliazione: “il palazzo – racconta ancora Nuzzi – sfiora i 500 metri quadrati la dimora del canadese Marc Ouellet, classe 1944, prefetto della Congregazione per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l’America Latina. Il cardinale Sergio Sebastiani, ottantaquattro anni, membro tra l’altro della Congregazione per i vescovi e di quella per le cause dei santi, vive in 424 metri quadrati. Va ricordato che tutti i porporati al di sopra degli ottant’anni conservano un ruolo soprattutto simbolico e non hanno più diritto al voto in conclave per superati limiti di età”.
E ancora: “Lo statunitense Raymond Leo Burke, classe 1948, patrono del sovrano militare ordine di Malta, è a suo agio in 417 metri quadrati, così come il polacco Zenon Grocholewski, classe 1939, prefetto emerito della Congregazione per l’educazione cattolica. A lui una residenza di 405 metri quadrati”.
A pochi passi, sempre nel quartiere romano di Borgo Pio, una residenza principesca di 524 metri quadrati “è abitata dal cardinale americano William Joseph Levada, nato a Long Beach, classe 1936, fedelissimo di Ratzinger, che nel 2005 lo ha voluto suo successore come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Nel 2006 Levada è stato chiamato a testimoniare, a San Francisco, sugli abusi sessuali commessi su minori da alcuni preti dell’arcidiocesi di Portland, dove è stato arcivescovo dal 1986 al 1995. Era l’autorità responsabile dei preti poi risultati colpevoli di abusi…
“Finché ricoprono incarichi all’interno della Curia, i cardinali non pagano l’affitto di queste regge, ma solo le spese. E persino il canone viene calmierato: pagano dai 7 ai 10 euro al metro quadro. Spesso, però, i porporati mantengono l’incarico in qualche dicastero per poter godere del canone zero”.
Intanto papa Francesco che fin dalla sua elezione ha rinunciato a vivere nel palazzo pontificio e preferisce un appartamentino di due locali nella residenza di Santa Marta, che è quello assegnatogli nel conclave da cui è uscito papa.
Non è un caso se Jorge Bergoglio ha scelto il nome di Francesco.
Il suo pontificato è teso ad aiutare i poveri. Bergoglio non si rassegna al fatto che ci siano cardinali, vescovi e preti che non lo seguono in questa via e che possano dire quello che egli ha detto in un’intervista al Corriere della Sera, fatta il 5 marzo 2014: “Mi piace stare tra la gente, insieme a chi soffre (…). Non mi piacciono le interpretazioni ideologiche, una certa mitologia di Papa Francesco. (…) Dipingere il Papa come una sorta di superman, una specie di star, mi pare offensivo. Il Papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Una persona normale”.