Maestri con diploma magistrale, a maggio il concorso ordinario per 16 mila posti ma non servirà a molto

Sarà bandito entro due mesi, metterà a disposizione 16 mila posti con assunzioni a settembre 2020. Ma il prossimo anno scolastico inizierà con cattedre scoperte per via del licenziamento di 40 mila maestre al 30 giugno, mentre 7 mila di ruolo potrebbero andare a casa se non vincono il concorso riservato anche se il sindacato Anief promette battaglia nei tribunali. Bussetti sarà l’unico responsabile …

 

I dettagli sono stati rivelati dal Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, nel corso di una video intervista alla Repubblica rilasciata nei giorni scorsi. I posti sono aumentati, rileva oggi la rivista Orizzonte Scuola, perché erano 10.183 nella bozza presentata a novembre. Si prevede un numero di adesioni altissimo. Nel frattempo, il prossimo anno scolastico una cattedra su due continuerà ad andare a supplenza. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, si tratta di un processo derivante anche dalla decisione presa dagli Uffici Scolastici di procedere ai depennamenti dalle GaE, per dare seguito alle sentenze di merito già emanate, conseguenti alla sentenza del Consiglio di Stato delle scorse settimane, in vista del nuovo aggiornamento che partirà a breve. In questo quadro, diventano ancora più importanti i pareri della Cassazione, che sulla questione si è riunita il 12 marzo, della Corte Costituzionale sulla legittimità del concorso straordinario bandito con DDG n. 85 del 1° febbraio 2018 per i professori abilitati della secondaria, con riflessi inevitabili sul primo ciclo; ma anche la risposta del Consiglio d’Europa sul reclamo collettivo da noi presentato sull’abuso delle supplenze pur in presenza di posti vacanti

 

Comincia a prendere forma la selezione dei maestri da immettere in ruolo: il concorso avrà validità biennale, e sarà bandito solo in quelle regioni in cui le graduatorie del concorso 2016 presentano pochi aspiranti al ruolo. I requisiti di accesso saranno quelli del conseguimento del diploma magistrale – entro l’a.s.2001/02 – oppure la laurea in Scienze della Formazione o analogo titolo estero equipollente. Per i posti di insegnamento sul sostegno sarà richiesta la specializzazione. Non sarà invece indispensabile il servizio di insegnamento ai fini dell’accesso. 

Tanti partecipanti, pochi vincitori

La domanda che tutti gli aspiranti maestri si pongono è la seguente: quanti candidati parteciperanno al concorso? Al momento, l’unica certezza è che saranno tantissimi: un numero decisamente maggiore i posti messi a bando. Perché, potenzialmente, ai diplomati magistrale espulsi dalle GaE dal Consiglio di Stato si aggiungeranno i laureati in Scienze della Formazione e tutti i precari in possesso di un titolo analogo. Considerando la mancata richiesta di un minimo di giorni di supplenze, è prevedibile che le richieste di accesso al test preselettivo, pressoché scontato, toccheranno numeri stratosferici. E che quindi il problema del precariato sarà tutt’altro che superato. 

Marcello Pacifico (Anief): a settembre record di posti ai precari

“Nel frattempo – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si sarà svolto il concorso straordinario riservato allo stesso ciclo scolastico, introdotto con il DDG n. 1456 del 9 novembre 2018. Ma anche quella procedura, non selettiva ma che metterà in fila tutti i precari con un numero minimo di annualità di servizio alle spalle, non metterà in ruolo un numero adeguato di docenti precari. Intanto, considerando che siamo sul finire dell’anno scolastico, il pericolo fondato è che nel prossimo mese di settembre i posti vacanti che andranno coperti da personale non di ruolo raggiungeranno livelli mai visti: prevediamo che una cattedra del primo ciclo su due sarà priva del titolare”. 

“Intanto – continua Pacifico – continua la battaglia di Anief per la riapertura della GaE, per la stabilizzazione automatica di chi ha effettato già 36 mesi di supplenze e sulla necessità di far scattare risarcimenti adeguati, in presenza di utilizzo reiterato di contratti a termine pur essendovi invece i presupposti per l’assunzione a tempo indeterminato. Per tutelare chi sarà licenziato sia supplente sia di ruolo con la più grande battaglia giudiziaria conosciuta dallo Stato italiano che citeremo, pure in giudizio per violazione della normativa comunitaria presso il tribunale di Roma con richieste di risarcimenti milionari”.