Il giudice Livatino ci esorta a essere credibili: un richiamo che vale per i giovani e per tutti noi

Rho: il Sindaco Andrea Orlandi ha inaugurato a Villa Burba la mostra dedicata al magistrato ucciso nel 1990 in Sicilia e quella realizzata dagli studenti delle scuole del territorio…

Preparazione, cura, creatività. E’ quanto emerge dalla mostra “La legalità negli occhi dei ragazzi e delle ragazze”, realizzata grazie alla collaborazione delle scuole secondarie del territorio, del liceo Rebora e dell’IT Mattei. L’esposizione dei lavori realizzati dai giovanissimi studenti è affiancata a Villa Burba alla mostra “Rosario Livatino: la toga e il martirio” proposta da Vita e Destino e dall’Amministrazione comunale per ricordare il magistrato ucciso dalla Stidda il 21 settembre 1990 e proclamato beato dalla Chiesa cattolica.

L’evento, presentato da Paola Cupetti dell’Ufficio Cerimoniale del Comune di Rho, è stato introdotto dalle letture di Pietro Sada, accompagnato alla chitarra da Alessandro Colombo, e dai brani suonati al violino dall’insegnante Paola Gianellini della scuola San Carlo. Presenti esponenti della Guardia di Finanza, il comandante della stazione dei carabinieri luogotenente Luigi Pino e il neo nominato colonnello Gennaro Cassese, alla guida del Gruppo Carabinieri Rho, cui il Sindaco  ha rivolto i complimenti per il passaggio di grado.

La presidente della Commissione legalità e antimafia, Clelia La Palomenta, ha ricordato il percorso che si compie ormai da tre anni con dirigenti scolastici e Amministrazione comunale, grazie all’impegno degli assessori Nicola Violante (Legalità) e Paolo Bianchi (Scuola) oltre che del Sindaco Andrea Orlandi. “La mostra dei ragazzi e quella curata dagli adulti hanno un valore inestimabile – ha detto La Palomenta – Questo è un piccolo anello di una lunga catena. Si va dalle piantine che troveranno sede, come semi di legalità, al Parco della legalità, a lavori affiancati da un qr code che rimanda al sito di ogni scuola. Le piante che rappresentano le vittime devono rimanere nella memoria”.

Claudio Bentley di Vita e Destino ha introdotto la proposta dedicata al “giudice ragazzino”: “Per noi l’uomo è al centro dell’attenzione, in linea con il pensiero di Terenzio che diceva “sono un uomo, nulla di ciò che è umano mi è estraneo” – il suo commento – Livatino ha saputo essere integro, legato ai suoi valori, in tutti i luoghi che ha frequentato. Persino davanti ai suoi assassini è riuscito a chiedere ”Picciotti, che male vi ho fatto?”.  Ha saputo avere uno sguardo limpido anche verso chi stava per ucciderlo. Era stimato per intelligenza e umiltà. Al termine di ogni causa, comunque fosse finita, stringeva la mano all’imputato, perché in ogni caso si trattava di una persona. Tre killer e uno dei mandanti hanno compiuto un percorso di revisione e oggi chiedono a lui, nominato beato, perdono e protezione. Le sue agende ci parlano di un uomo normale, di un santo della porta accanto da prendere come modello”.

Sarà Olivari, dirigente del liceo Rebora, è intervenuta anche a nome della dirigente dell’IT Mattei  Fulvia Luconi, presente accanto a lei: “Livatino è una di quelle persone che sanno compiere scelte che danno un significato eterno alla vita – ha detto – Preparandomi per oggi avevo sul tavolo la dispensa “Sub tutela dei”. Una collaboratrice scolastica me ne ha chiesta una copia, perché considera Livatino esempio di coraggio e dignità, una figura importante nella sua formazione nella Napoli degli anni ’80, un modello in contesti degradati. Mi sono dedicata alla lettura dei testi di Livatino e ho compreso l’importanza dei valori che lo avevano forgiato. Conoscerlo può aiutare oggi a fare le scelte giuste, a contrastare la mafia, a diventare ciceroni di questa mostra, illustrando ad altri i percorsi compiuti. Lui disse “Quando moriremo, nessuno vi chiederà quanto siete stati credenti ma quanto siete stati credibili””.

Il Sindaco Andrea Orlandi, affiancato dagli assessori Violante e Bianchi, ha ripreso lo stesso concetto: “Oggi ascoltiamo più voci sullo stesso tema. Occorre un’azione di sistema da parte di ogni membro della comunità. Rosario Livatino è riconosciuto come beato, un gradino verso la santità, eppure diceva che la cosa fondamentale non è essere credenti ma  essere credibili. Questo deve contraddistinguere ciascuno: le proprie scelte devono essere credibili, anche alla luce del rispetto della legalità. Essere credibili ci viene riconosciuto universalmente, non solo dalla cerchia di persone più ristretta che ci conosce. Ha un valore alto. Io vorrei ora mettermi in ascolto dei ragazzi: so che è stato compiuto un intenso lavoro, frutto di grande preparazione. Su questo tema i protagonisti siete voi, sta in voi quel seme di legalità che potrà crescere nel tempo”.

 

Dopo il taglio del nastro, il Sindaco si è fatto accompagnare dalle diverse classi alla scoperta dei lavori esposti. Tutti meritano grande riscontro. Ne segnaliamo alcuni: la 3B della scuola Tommaso Grossi ha focalizzato l’attenzione su Giuseppe Tallarita, il prossimo 3 aprile la nipote Rosi sarà ospite della scuola per raccontare la figura del  contadino padre di 5 figli che si oppose ai soprusi della Stidda e perse la vita; la 3D della scuola Franceschini ha realizzato il fotoromanzo “Il coraggio di un giudice” ricostruendo la vita di Livatino, con studenti pronti a impersonare lui stesso e le persone che lo circondavano; la 2B della Tommaso Grossi ha disegnato una grande piovra sconfitta da un ragazzino con riportata la frase di Paolo Borsellino “perché non è fuggito? Per amore”; la 1A della scuola Anna Frank ha focalizzato l’attenzione sulla stele che sorge sul luogo in cui il magistrato venne ucciso ad Agrigento.

 

Il 21 marzo alle ore 21.00 si terrà in Sala Convegni un convegno dedicato alla figura di Livatino. Interverranno Carlo Tremolada, presidente di Libera Associazione Forense e avvocato penalista a Milano; Simone Luerti, magistrato di sorveglianza; il vescovo Luca Raimondi. A moderare Maria Teresa Ferla, presidente dell’associazione (OdV) Vita e Destino.

Queste iniziative si inseriscono in un percorso che abbiamo chiamato anche quest’anno Il Tempo della legalità – conclude l’assessore Nicola Violante – Il coinvolgimento delle scuole è fondamentale, in questo momento come in quello che vedrà protagonisti gli studenti al Parco della legalità il 25 marzo, quando inaugureremo una targa in memoria delle scorte dei giudici Falcone e Borsellino: abbiamo a cuore la memoria di ogni vittima della mafia e la mostra dei ragazzi lo dimostra. Il 25 marzo chiuderemo alla sera questo percorso con uno spettacolo al Teatro Civico che vedrà protagonista Ottavia Piccolo. Un altro grande appuntamento nel segno della legalità”.

Le mostre rimangono aperte da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00; il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00. Chiuderanno venerdì 22 marzo alle ore 13.