I campi rom non sono ghetti, né lager

Recentemente ho discusso con un politico della Lega Nord, il quale sosteneva che le politiche di Salvini, orientate agli sgomberi, sono politiche civili e umane, perché di fatto chiudono quelli che molte associazioni definiscono “lager” o “ghetti”.

 

di Roberto Malini

Recentemente ho discusso con un politico della Lega Nord, il quale sosteneva che le politiche di Salvini, orientate agli sgomberi, sono politiche civili e umane, perché di fatto chiudono quelli che molte associazioni definiscono “lager” o “ghetti”.

Gli ho risposto che queste ideologie sono antistoriche e false, perché da ghetti e campi di concentramento non si poteva uscire (al contrario, spesso si era destinati all’uccisione), mentre da QUALSIASI CAMPO ROM le famiglie e i singoli individui possono uscire quando lo vogliano, senza alcuna limitazione della loro libertà.

Dunque sono politiche basate su una menzogna. L’eliminazione del razzismo e il libero accesso al lavoro per ogni minoranza e gruppo sociale elimina automaticamente qualsiasi campo. E se non lo eliminasse, significherebbe che quel campo è voluto dai suoi stessi abitanti, per i quali quel luogo di rifugio è la migliore alternativa disponibile, in attesa di tempi migliori. Dunque, combattere i campi rom significa combattere un diritto umano fondamentale: quello di trovare riparo su un pezzo di terra, trovandosi in condizioni di indigenza.