Governo Conte: servono nuove risposte per salvare la scuola

Anief dà il suo benvenuto al nuovo esecutivo, a quasi tre mesi dalle elezioni che il 4 marzo scorso portarono alla composizione del nuovo Parlamento italiano. È bene, ora, che la maggioranza si impegni con celerità per salvare la scuola dal baratro, iniziando l’opera con la cancellazione del precariato.

 

Con la firma del premier Giuseppe Conte davanti al Capo dello Stato, nasce il governo politico M5S-Lega: sarà composto da 19 ministri, con l’istruzione affidata al dirigente scolastico Marco Bussetti, attualmente responsabile dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia. Anief dà il suo benvenuto al nuovo esecutivo, a quasi tre mesi dalle elezioni che il 4 marzo scorso portarono alla composizione del nuovo Parlamento italiano. È bene, ora, che la maggioranza si impegni con celerità per salvare la scuola dal baratro, iniziando l’opera con la cancellazione del precariato, riaprendo le GaE e assumendo tutti i precari sui 100mila posti vacanti che ogni anno vengono coperti con supplenze annuali, la metà dei quali su sostegno.

 

“Al Governo di Movimento 5 Stella e Lega – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – chiediamo di mantenere fede ad alcuni degli obiettivi sulla scuola espressi durante la campagna elettorale e ribaditi nel contratto di governo sottoscritti qualche settimana fa. Ci sono delle parti, in quel contratto, che se attuate libererebbero la scuola da pesanti fardelli che rischiano di compromettere l’avvio del prossimo anno scolastico. Riaprire le GaE, con un decreto d’urgenza, supererebbe la discussa sentenza del Consiglio di Stato che ha messo alla porta oltre 60mila maestre e maestri con diploma magistrale. Ma significherebbe pure salvare dal precariato sine die altre decine di migliaia di precari abilitati con i corsi di Scienze della formazione primaria e con altre modalità, anche tutti gli abilitati della scuola secondaria di primo e secondo grado”.

 

“Visto che il nuovo governo ha previsto anche un Ministro dell’Inclusione – continua il sindacalista Anief-Cisal – mai come ora è giunto il momento di immettere in ruolo i 45mila docenti di sostegno: solo in questo modo si garantirebbe la didattica specializzata e continuativa agli oltre 250mila alunni disabili che frequentano le nostre scuole. Dal governo ci aspettiamo che porti pure avanti la volontà di cancellare la chiamata diretta e l’alternanza scuola-lavoro. Ma anche la prevenzione contro il bullismo e l’introduzione dello sport nella primaria, attraverso il laureato in scienze motorie nell’organico di ruolo”.

 

Da apprezzare, tra le intenzioni espresse ufficialmente dal nuovo Governo, c’è anche la volontà di modificare l’assurda Legge Fornero, introducendo la possibilità andare in pensione a quota 100, sempre a patto che quelle della scuola vengano considerate professioni usuranti: a questo proposito, è sempre bene ricordare che si tratterebbe di una norma che riavvicina l’Italia all’Europa, dove l’età media pensionabile è 63 anni, ad iniziare dagli insegnanti.

 

“Per ultimo, ma non certo per ordine di importanza, Anief plaude alla volontà espressa di cancellare le classi ‘pollaio’: si tratta di una disposizione che fa onore al nuovo esecutivo, perché migliorerebbe le condizioni di apprendimento degli alunni e pure di lavoro dei docenti, oltre a garantire la sicurezza in aule piccole e affollate. Viene da sé che anche gli organici del personale subiranno degli incrementi. Sarà un motivo in più – conclude il sindacalista Anief-Cisal – per assumere tutti i precari abilitati, ma pure gli Ata con oltre 24 mesi, come ribadito proprio in queste ore dal Parlamento europeo attraverso una risoluzione rivolta a tutti gli Stati membri ma soprattutto in Italia, dove si continua ad abusare del precariato proprio in barba alle disposizioni emesse dell’Ue ormai da quasi vent’anni”.