GARANZIE STATALI: BENEFICI SOLO A BANCHE E IMPRESE CHE AVEVANO OTTENUTO I PRESTITI PRIMA DEL COVID

Roma - Il Prof. Mario Draghi al suo arrivo al Quirinle , oggi 3 febbraio 2021. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Tra il febbraio 2020, mese che ha preceduto l’avvento della crisi pandemica, e il maggio 2021, lo stock complessivo dei prestiti bancari erogati alle imprese italiane per fronteggiare la crisi economica è aumentato di 37,1 miliardi di euro, sebbene i prestiti garantiti messi in campo con gli interventi approvati dal secondo Governo Conte siano stati 197,6 miliardi…

 

Se queste misure di sostegno alla liquidità delle aziende hanno comunque consentito di capovolgere il trend che dal novembre 2011 sino alla fine di febbraio 2020 era stato costantemente negativo, le garanzie pubbliche introdotte dall’ex premier Conte e proseguite anche con l’esecutivo Draghi non sono riuscite ad intaccare con successo la cronica mancanza di liquidità che assilla, in particolar modo, il mondo delle Pmi.

A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.

  • Le garanzie pubbliche hanno sostituito quelle private già in essere prima dell’avvento del Covid

Perché solo poco meno di un quinto delle garanzie messe a disposizione dallo Stato attraverso SACE e il Fondo di garanzia, che per legge coprono la quasi totalità degli impieghi erogati con questi strumenti, è finito nelle tasche degli imprenditori ? In primo luogo perché una parte delle nuove garanzie è andata a colmare i cali fisiologici del credito in essere e nella sostituzione dei prestiti a breve con aumenti di quelli a medio-lungo termine. In secondo poiché il sistema bancario ha utilizzato una parte di questi miliardi anche per abbattere i propri rischi, sostituendo le garanzie private legate ai prestiti che aveva erogato prima dell’avvento di queste novità legislative. Un modo di agire che sicuramente ha favorito le banche, che così facendo hanno azzerato i rischi di incorrere in crediti deteriorati, e in parte anche le imprese, almeno quelle che prima del mese di marzo del 2020 avevano delle linee di credito aperte con gli istituti.

In altre parole, i quasi 200 miliardi di garanzie messi a disposizione al sistema produttivo hanno favorito il credito sostitutivo a scapito, però, di quello aggiuntivo, avvantaggiando, in particolar modo, le imprese che avevano ottenuto i prestiti prima dell’avvento della crisi. Intendiamoci, in linea di principio tutto il sistema economico ha tratto beneficio dall’applicazione di questi 3 provvedimenti, a cui si deve aggiungere anche la moratoria sui crediti a famiglie e imprese introdotta sempre dal secondo Governo Conte. Tuttavia, la cronica mancanza di liquidità in capo alle Pmi è stata solo in parte aggredita.