Criminalità giovanile, G.M. Meloni (Piazza Carceri e Sicurezza): è un problema di controlli informali

Roma – “In criminologia gli strumenti di controllo sociale si distinguono in controlli formali, ovvero i codici, le leggi, l’apparato giudiziario, le forze di polizia ecc., e in controlli informali, ovvero la famiglia, la scuola, la Chiesa.

I primi strumenti, con la minaccia della pena, esercitano un controllo sulle condotte. I secondi, quelli informali, rappresentano strutture che, invece, hanno uno scopo diverso dalla lotta alla criminalità. Ebbene sulla criminalità giovanile ed in particolare, sulla recente escalation, fermo restando la necessità di una minore indulgenza, va detto che, tuttavia, già sussisteva un sistema di codici, di leggi, ecc., ovvero un sistema ben organizzato di controlli formali. In altre parole, quello che non ha funzionato e, purtroppo, non funziona più è il sistema dei controlli informali.

La famiglia si è lentamente trasformata da una struttura stabile e ben definita, ad una struttura sempre più fluida, momentanea e vaga, con una conseguente naturale difficoltà a svolgere in maniera efficiente anche il più basilare compito educativo. La scuola, forse perché del tutto consumata dalle interminabili ed estenuanti battaglie politiche e ideologiche, ha preferito abbandonare questo terreno dell’educazione che continuava a generare scontro, ha preferito abdicare al suo ruolo educativo per divenire semplicemente un centro per l’apprendimento delle nozioni. La Chiesa, intesa anche come oratorio o parrocchia, non è stata più in grado di svolgere con la medesima efficacia di un tempo il suo compito educativo, perché nella mentalità è andata crescendo una disapprovazione, se non una avversione, circa il fatto che potesse essere impartita una educazione permeata da idee religiose.

In questo deserto educativo l’unico grande “educatore” dei giovani è divenuto ormai internet, con tutti i rischi connessi a questo strumento privo di controlli, ovvero che possa generarsi non solo una mancanza di educazione, ma anche una educazione ai disvalori. Al fine di arginare il fenomeno della delinquenza giovanile, oltre ad un maggiore rigore nei controlli formali, sarebbe, quindi, necessario riaffermare l’importanza della stabilità delle unioni per la positiva crescita delle future generazioni, riaffermare il compito educativo della scuola, riaffermare l’importanza della missione educativa svolta dalla Chiesa e dalle altre confessioni religiose”.

Così in una nota Giuseppe Maria Meloni, portavoce dell’iniziativa Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino.